Perché Adam Levin sì e Janet Jackson no? Il capezzolo al Superbowl diventa una battaglia di genere
Sono state una cinquantina le lettere di protesta arrivate alla FCC – Federal Communications Commission (in italiano Commissione federale per le comunicazioni), l'agenzia governativa – con carattere di autorità amministrativa indipendente – degli Stati Uniti d'America, per denunciare la disparità di trattamento tra Adam Levine e Janet Jackson, riaprendo una ferita che nel 2004 portò a un caso nazionale con strascichi legali importanti. L'Halftime del Super Bowl è uno degli eventi musicali (sic) più importanti degli Usa e nel 2004 ospiti erano proprio Janet Jackson e Justin Timberlake che involontariamente provocò quello che si è soliti definire un "wardrobe malfunction", ovvero un problema che fa sì che durante un evento pubblico si rendano visibili parti intime di qualche personaggio famoso.
Il Nipple Gate con Janet Jackson
In pratica il capezzolo della Jackson fu visto in tv e circa 500 mila lettere di proteste inondarono la casella di posta FCC, dando il via anche a una battaglia legale che portò al rigetto delle accuse alla cantante, a 550 mila dollari di multa per la CBS, la tv che manda in onda l'evento, e le scuse pubbliche (sic) della cantante, mentre per Timberlake non avvenne niente. Poche settimane fa Adam Levine, cantante dei Maroon 5 si è esibito e a un certo punto dell'esibizione si è tolto la maglia, mostrando il petto nudo e di conseguenza anche i suoi capezzoli. Eppure non è avvenuto il caos che successe qualche anno fa, per questo motivo in molti hanno protestato, come riporta l'Hollywood Reporter che ha avuto accesso alle lettere di protesta appunto.
Le lettere di protesta
"Voglio che sia espulso come avvenne con Janet" recita una lettera, ma anche "AdamLevine ha mostrato entrambi i capezzoli dopo essersi tolto la maglia. La NFL, la CBS e i Maroon 5 dovrebbero subire due volte le conseguenze che toccarono nel 2004 per quel wardrobe malfunction" e le lettere continuano chiedendo che sia applicata la stessa regola anche questa volta altrimenti sarebbe la dimostrazione che esiste un doppio standard così come c'è chi si è scandalizzato perché non vi è stata una protesta è la dimostrazione di un incidente "disturbante e sessista". Insomma, la maglia tolta da Levine è diventata per alcuni anche un battaglia di parità che sui social si è sviluppato nell'hashtag #JusticeForJanet e a al giornale la risposta della FCC è stata che ormai le proteste contro la Jackson non esisto no più dal momento che l'agenzia è tenuta a conservarle solo per tre anni.