Per rivedere un concerto dovremmo aspettare il vaccino, dice il Presidente dell’ISS
Una delle principali domande nel mondo della Musica è quando ricominceranno i concerti. Una domanda a cui, al momento è complesso rispondere, perché rientra nell'ambito più ampio dei grandi eventi e quindi dell'assembramento. Da settimane, ormai, a causa della pandemia il Paese è in lockdown, principalmente in isolamento in casa, e il comparto della musica dal vivo è stato tra i primi a fermarsi completamente e sarà tra gli ultimi a tornare in attività, con tutte le problematiche economiche che ne conseguono. Il settore è in movimento, nei giorni scorsi varie sigle hanno fatto al Governo 10 proposte per salvare la Musica.
Quando riprenderanno i live
Questa mattina, dell'argomento, ne ha parlato anche il direttore dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro in un intervento ad Agorà, la trasmissione mattutina di Rai Tre. E le notizie, ovviamente, confermano che per un po' di mesi sarà difficile pensare alla musica dal vivo come eravamo abituati a fruirne: "In questo momento dobbiamo escludere tutte quelle attività che prevedono aggregazioni, quindi presenza in contemporanea di centinaia o migliaia di persone in spazi ristretti e in spazi chiusi. E questo fino a quando non avremo un vaccino" ha spiegato Brusaferro, ribadendo quello che in molti hanno già specificato nei giorni scorsi. Un esperto nel settore della Sanità, infatti, aveva parlato, in un'intervista al New York Times, che difficilmente prima dell'autunno del 2021 le attività sarebbero riprese.
Distanziamento fisico ancora a lungo
"Grandi eventi per grandi concerti o grandi raduni nelle piazze o cose del genere queste sono attività che tutti siamo consapevoli sono oggi attività che metterebbero a rischio le persone che vi partecipano, ma soprattutto le persone che tornando a casa contattano altre persone. Dovremo mantenere quello che chiamiamo distanziamento fisico" ha chiuso il direttore dell'ISS. In un'intervista a Fanpage.it l'antropologo dei disastri Giovanni Gugg aveva spiegato: "Secondo una stima di un gruppo di epidemiologi dell’Università di Harvard, per ridurre l’espansione del virus sarà necessario restare distanti fino al 2022. Potrebbero esserci isolamenti intermittenti, ma comunque l’attenzione non può essere abbassata per i prossimi due anni, che sono quelli necessari per avere un vaccino o una profilassi efficace e, soprattutto, per la loro somministrazione su scala planetaria. Parallelamente tutti i grandi eventi a cui eravamo abituati e che cadenzavano il nostro ciclo dell’anno dovranno essere ripensati o, purtroppo, sospesi per molto tempo".