Pedrini e la malattia al cuore: “Dopo tutte le operazioni vivo con una spada di Damocle sulla testa”
Omar Pedrini, ex Timoria, ha pubblicato su Instagram una foto che lo ritrae fuori al reparto di cardiologia, chirurgia vascolare e chirurgia toracica dell'ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove è in cura. In un'intervista al Corriere della Sera ha raccontato la sua malattia e ha rivelato che il suo nuovo disco uscirà a maggio, anticipato da un inedito che verrà pubblicato ad aprile.
La foto pubblicata come post su Instagram ritrae Omar Pedrini fuori al reparto del dottore Alfonzo Agnino che sta valutando con il suo team se per l'artista sia necessario un altro intervento. Pedrini è affetto da anni da problemi cardiaci: un affaticamento importante e cuore un po' ipertrofico, ovvero più grande del normale. Si è dovuto sottoporre a sei interventi, di cui quattro nell'ultimo anno e mezzo. "Sono un colabrodo", ha scritto nel post sul suo profilo Instagram, come descrizione alla foto scattata fuori al reparto di cardiologia, alludendo al suo attuale stato di salute. "Il mio corpo è quasi bionico – ha spiegato Pedrini al Corriere della Sera – ha mille coaguli, aderenze, protesi, non è terreno facile per un chirurgo".
Il suo primo intervento risale al 2004, quando fu ricoverato e operato d'urgenza. Dieci anni dopo un'altra corsa in ospedale dopo un suo concerto a Roma. "Nel primo avevo un picco di pressione a 250", ha raccontato. "Mi sono sentito un cretino a non averla mai controllata e a non aver mai fatto un ecocardiogramma. Magari mi avrebbero operato senza urgenza", ha poi aggiunto.
L'ultimo affaticamento al cuore l'ha scoperto ad agosto mentre era al mare in Liguria con la famiglia. "Sono stato ‘tamponato' mentre spingevo mio figlio Faustino sul passeggino", ha rivelato. Così è stato portato al pronto soccorso di Sanremo. Da lì è stato subito dimesso, ma non si è placata la preoccupazione poiché era già stato operato all'aorta. Successivamente è andato all'ospedale di Bologna, dove si era operato, e si è sottoposto a una tac, scoprendo che la botta dell’incidente gli aveva squarciato i punti. "Dopo l’operazione per richiuderli, a settembre, mi è stato diagnosticato l’affaticamento alle valvole cardiache", ha spiegato.
La sua condizione l'ha portato a una diversa consapevolezza del sé e ad avere una visione differente della vita, costretto com'è a vivere con una spada di Damocle sulla testa: "Tutti ne abbiamo una: è sostenuta da un crine di cavallo, il mio è solo più sottile della media". Tutto sembra più futile quando non si ha la certezza di svegliarsi il giorno dopo. Almeno è quello che dice quando menziona il suo mantra, un messaggio dello scrittore americano Kurt Vonnegut che recita: "Quando siete felici fateci caso".