Parla Davide, il figlio di Vasco: “C’è sempre stato, mi ha vietato solo le droghe pesanti”
Camminare con le proprie gambe non è facile quando uno dei tuoi genitori è famoso, se poi uno di loro è Vasco Rossi, ovvero, che piaccia o meno, la più grande rockstar italiana, allora le cose si complicano. Lo sa bene Davide, che di Vasco è uno dei figli, e anche lui – come Lorenzo Sturani Rossi – ha dovuto costruire un rapporto non convenzionale. Oggi, però, quel rapporto è stato completamente rinnovato grazie all'affetto.
Nei giorni scorsi il ragazzo ha parlato col Corriere della Sera, ripercorrendo le tappe importanti del suo rapporto col padre, mettendo a fuoco i ricordi e parlando anche dei suoi progetti futuri. Il primo ricordo che lo vedeva al Baia Hotel di Salerno, dove pare sia stato concepito, ma anche uno dei più belli, ovvero quello che vede Vasco nonno felice di Romeo, il figlio di Davide. A crescerlo è stata una ragazza madre Stefania Trucillo, ma la figura di suo padre resta importante: "Lui c’è sempre stato, e non solo per telefono. Mi ha ascoltato ogni volta che ero in crisi, mi ha richiamato tutte le volte che trovava un mio messaggio in segreteria, perché ai tempi il telefono lo teneva perennemente spento, solo adesso lo lascia acceso e squilla. Non mi ha mai fatto mancare niente" spiega, ricordando anche quando gli disse della nascita del figlio, aspettandosi un abbraccio e ricevendo una frase sulla responsabilità: "Quando sono diventato padre anch’io, ho capito cosa intendeva. Io però con mio figlio sono molto presente: ci gioco, lo cambio, lo porto al parco".
Avere Vasco come padre vuol dire anche diventare il centro dell'interesse dei compagni di scuola, soprattutto quando papà ti viene a prendere a scuola: "Tutta la scuola uscì fuori, e lì ho capito perché non veniva mai… Ero orgoglioso". I pensieri, poi, corrono anche veloci al gioco, quel Risiko notturno, al senso di responsabilità, come quando Vasco gli regalò un SUV e non una macchina sportiva, per difenderlo dai rischi, e alla Cultura, ai libri consigliati dal padre e letti: "Cominciò con Siddhartha. I libri me li mandava o me li dava di persona quando ci vedevamo. Uno che mi ha molto colpito è In un milione di piccoli pezzi, di James Frey. L’ultimo è L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón".
Oggi Davide vuole ripercorrere in parte la carriera musicale, che per adesso si è svolta soprattutto dietro le quinte, come autore. Rossi, infatti, ha firmato alcune canzoni, anche per Valerio Scanu, ma in cantiere c'è un progetto cantautorale tutto suo: "È una cosa solo mia, non ho voluto coinvolgerlo. Però spero tanto che gli piaccia".