Non solo Borghezio. Morrissey minimizza sugli attentati di Oslo: “Niente rispetto ai fast food”
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Se in Italia abbiamo Mario Borghezio, all'estero c'è Morrissey. A pochi giorni dalle riprovevoli dichiarazioni dell'eurodeputato leghista che ritiene condivisibili le ideologie di Andres Breivik che hanno portato alla morte di 97 persone tra Oslo e l'isola di Utøya, a fargli eco (o quasi) è stato Steven Patrick Morrissey. Nel corso del concerto di domenica scorsa a Varsavia, in Polonia, l'ex leader degli Smiths ha lasciato perplessi i suoi fan, asserendo che quanto accaduto in Norvegia è poca cosa se commisurata alle politiche aziendali di grandi catene di fast-food come McDonald's e Kentucky Fried Chicken:
Viviamo tutti in un mondo criminale, come gli eventi in Norvegia hanno mostrato, con 97 morti. Comunque quello non è niente confronto a quello che accade a McDonald’s e a Kentucky Fried "Shit" ogni giorno.
Lo staff del cantante si è affrettato a dissociarsi dalle affermazioni dell'artista che rispecchiano solo ed esclusivamente il suo personale punto di vista
Ma cosa ha spinto Morrissey a fare simili affermazioni? Diciamo subito che il cantante inglese è un vegano convinto. La dichiarazione è arrivata infatti appena prima della perfomance di un pezzo degli Smiths "Meat is Murder" (letteralmente, la carne è omicidio), col quale si voluto puntare il dito contro le grandi multinazionali accusate di avvelenare intere generazioni. In quest'ottica la scelta vegana – che rispetta il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi, umani o meno che siano – assume un peso e una valenza significativa, ma non è possibile paragonare la tragedia norvegese con i problemi causati dai fast food.