“Non posso suonare a Mosca mentre cadono missili a Kiev”: la protesta del rapper russo Oxxxymiron
Anche il mondo della musica ucraino e russo ha reagito all'invasione da parte della Russia in queste ore, un vento di protesta che si è alzato forte nei confronti soprattutto di Vladimir Putin e in difesa della sofferenza del popolo ucraino. Tra le voci che hanno riportato una maggiore attenzione c'è sicuramente quello del popolare rapper russo Oxxxymiron, che ha cancellato a tempo indeterminato sei concerti sold out a Mosca e a San Pietroburgo per protestare contro l'invasione e l'assalto del presidente Vladimir Putin, come ha riferito al New York Times. Ma non è solo, perché a lui seguono altri musicisti russi come Kasta, Shym, Vladi, Khamil, Zmey e Noize MC. Tra le voci ucraine a essersi alzate con maggiore intensità c'è Nadezhda Tolokonnikova, membro della band di protesta russa Pussy Riot, ma anche Ivan Dorn e il gruppo folk DakhaBrakha. Nel frattempo, l'organizzazione dell'Eurovision Song Contest ha, per adesso, accertato la presenza dei due paesi al prossimo evento musicale, giustificando la scelta nell'ottica dello scopo artistico e culturale.
Sei sold out cancellati a Mosca e San Pietroburgo
Oxxxymiron, nome d'arte di Miron Janovič Fëdorov, è tra i nomi più altisonanti della comunità musicale russa a esprimersi contro le azioni di Vladimir Putin in Ucraina. Il rapper ha infatti cancellato a tempo indeterminato sei concerti sold out a Mosca e a San Pietroburgo per protestare contro l'invasione e l'assalto del presidente Vladimir Putin all'Ucraina, annunciandolo in un'intervista al New York Times. Il cantante non è la prima volta che si schiera contro il presidente russo, denunciando in passato la pratica del governo di etichettare gli oppositori politici come "agenti stranieri". Una scelta etica, ma che coinvolge anche il popolo russo, di cui Oxxxymiron si fa ambasciatore: "So che la maggior parte delle persone in Russia è contraria a questa guerra e spero che più le persone si esprimeranno, più velocemente questo conflitto può risolversi". Le motivazioni sull'annullamento dei concerti sold-out riflettono la sofferenza per un popolo che Oxxxymiron vede molto vicino, come quello ucraino: "Non posso intrattenerti quando i missili russi stanno cadendo sull'Ucraina, quando i residenti di Kiev sono costretti a nascondersi negli scantinati e nella metropolitana, mentre le persone muoiono".
La rivolta delle Pussy Riot e la dichiarazione dello staff dell'Eurovision
A lui si accodano anche altri artisti russi come Kasta, Shym, Vladi, Khamil, Zmey e Noize MC, in un sodalizio di ideali con gli artisti ucraini che negli ultimi giorni hanno fatto sentire la loro voce. Tra quelle più alte sicuramente compare quella della musicista Nadezhda (Nadya) Tolokonnikova, membro della band di protesta anti-Putin Pussy Riot. La cantante ha pubblicato su Instagram nelle scorse ore un post in cui affermava: "Putin ha appena iniziato una guerra con l'Ucraina", definendolo anche un "pagliaccio psicopatico" nelle storie. A lui si accoda anche Ivan Dorn, ex allenatore di The Voice Ukraine e giudice di X Factor Ukraine, che ha affermato ai suoi fan russi: "Per favore, trasmettete il messaggio che l'Ucraina è uno stato indipendente e sovrano. Per favore, fermiamo questo disastro". Nel frattempo l'EBU, l'organizzazione che si occupa dell'Eurovision Song Contest ha affermato che Russia e Ucraina parteciperanno alla prossima kermesse a Torino: "L'Eurovision Song Contest è un evento culturale non politico che unisce le nazioni e celebra la diversità attraverso la musica. I membri delle emittenti pubbliche dell'EBU in Russia e Ucraina si sono impegnate a partecipare all'evento di quest'anno a Torino e stiamo pianificando di accogliere artisti di entrambi i paesi per esibirsi a maggio."