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Noemi: “Con ‘Porcellana’ racconto gli attacchi d’ansia, non pensavo di poterne soffrire”

Protagonista al Primo Maggio di taranto, Noemi ha raccontato, ai microfoni di fanpage.it il suo ultimo singolo “Porcellana”, gli attacchi d’ansia, ma anche i problemi del lavoro e la sua “Vuoto a perdere” diventata un inno da stadio.
A cura di Francesco Raiola
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Noemi (ph. Julian Hargreaves)
Noemi (ph. Julian Hargreaves)

Una delle protagoniste del concertone dell'Uno Maggio di Taranto è stata Noemi (nome d'arte di Veronica Scopelliti), la cantante romana uscita pochi mesi fa con l'ultimo album "La Luna", da cui è stato estratto il singolo "Porcellana" (che è anche nella versione remix di Shablo), il brano scritto da Emiliano Cecere e Diego Calvetti, in cui si affronta il problema degli attacchi d'ansia. Oltre a questo nuovo brano, nei giorni scorsi Noemi è stata protagonista anche allo Stadio, dal momento che la sua "Vuoto a perdere", canzone scritta da Gaetano Curreri e Vasco Rossi, è diventata un inno dei tifosi del Napoli, che l'hanno riletta nella versione "Abbiamo un sogno nel cuore".

Ciao Veronica raccontami un po' "Porcellana", un brano che parla di un argomento molto sensibile e diffuso…

Questi maledetti attacchi di panico sono, secondo me, uno dei mali del secolo. Viviamo una realtà molto slegata dall'idea di natura e secondo me tante cose ce le perdiamo e quando ci perdiamo una cosa importante, all'interno del nostro percorso, ci vengono gli attacchi di panico. Il mio percorso umano è stato quello di tornare indietro e di cercare di capire quello che mi ero persa, cos'era questa cosa a cui tenevo tanto, che non avevo e dovevo recuperare. Quando ho ascoltato ‘Porcellana', scritta da Cecere e Calvetti, mi sono accorta che avevano descritto questa cosa benissimo. Tra l'altro, essendo una persona molto rilassata non immaginavo di poterne soffrire.

Interessante anche questa cosa dell'interprete alla ricerca di una canzone che la descriva.

Guarda, le canzoni ti vengono sempre a cercare, pensa che "Almeno tu nell'Universo" è stata nel cassetto per nove anni, è stata provinata da Mina che ha detto no e adesso caratterizza Mia Martini. Per quanto mi riguarda sono contenta, perché è una canzone che m'ha dato la possibilità di legare con una produzione un po' diversa, grazie a Shablo, produttore che amo e che ha un bellissimo legame non solo con la trap ma con il rap, l'R&B e anche il reggae e questa versione è pazzesca, mi ha molto divertita.

Adesso hai due anteprime importanti, prima del tour estivo.

Sì, sono molto importanti, il 29 sono al teatro degli Arcimboldi che è gigantesco e il 30 all'Auditorium Parco della Musica e sono contenta perché per me è un anno di riscoperte, non vedo l'ora di cantare dal vivo, ho dei problemi di energia. Mi piace molto, non dovrei dirlo ma io lo farei anche gratis.

Qui a Taranto fai parte di un cast variegato, che unisce giovani e artisti noti in una città che ha un'importanza soprattutto se parliamo di Lavoro e problemi di Lavoro.

Beh è una città importantissima, se parliamo di lavoro, sicurezza e umanità, nel senso di contatto umano con chi sta vivendo anni di difficoltà. È bello questo Primo Maggio che dà voce a dei lavoratori che hanno un problema enorme e il senso della musica, a volte, è anche dare le luci della ribalta a chi non avrebbe possibilità ed è il motivo per cui ho scelto di stare qua.

Da napoletano devo per forza chiederti di questo fenomeno "Vuoto a perdere" diventato un inno da stadio. Che è successo, come l'hai presa?

Guarda a me questo fenomeno è piaciuto tanto, ti spiego: io sono romanista, ma il mio Capitano ha detto che, vabbè, se deve vincere qualcuno il Napoli va bene, quindi mi sono sentita disimpegnata. Ma a parte questo, è figo, perché quando una melodia arriva allo stadio, diventa di tutti. Per me è un onore – il pezzo è di Gaetano Curreri e Vasco Rossi – e ringrazio tutti i tifosi che l'hanno scelta e cantata.

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