Nesli dice addio al suo nome: “Dal prossimo album potrei essere solo Francesco”

Dimenticatevi di Nesli. Non ora che "Andrà tutto bene" ha macinato ascoltatori e vendite, ma fra un po', qualche mese o anno, quando l'attualità del progetto sarà scemato e Nesli potrà essere messo nel cassetto, catalogato nel file "esperienze", ma di quelle belle, da ricordare. Francesco Tarducci, infatti, tornerà a essere semplicemente Francesco, come annuncia in un'intervista a Radio Club 91, lontano da quel nome che lo ha dapprima fatto conoscere al mondo come rapper che non disdegnava il pop, fino ad avvicinarsi definitivamente alla seconda anima, come dimostrato anche sul palco di Sanremo:
Ho voluto rendere omaggio a Nesli portandolo sul palco di Sanremo avrei potuto cambiarlo lì, ufficializzarlo come Francesco Tarducci ma glielo dovevo ma per il prossimo disco Nesli lo lascio a casa e sarò Francesco. Magari per il prossimo disco Nesli lo lascio a casa e potrei essere Francesco.
Un rapper sempre molto attento alle parole, che aspirava a un percorso cantautorale e lo fa anche e soprattutto oggi:
sono un cantautore, un cantante, in primis un comunicatore. Non riesco a immaginare le parole senza melodia e viceversa
Il cantante, poi, ha parlato anche dei suoi tatuaggi e dei suoi miti. Appena saputo di esere tra i prescelti di sanremo, infatti, ha deciso di tatuarsi Elvis Presley. Una scelta che ha sorpreso il presentatore che si aspettava un rapper, piuttosto
La mia storia è strana, turbolenta e frastagliata. Quei miti li porto nel cuore. Con loro ho trovato una chiave che apriva una serratura emotiva, in adolescenza, quando si è arrabbiati con se stessi e comunque rendo grazie a quei personaggi anzi artisti perché come persone lasciavano a desiderare. Crescendo però sono riuscito a separare l'umanità dall'artista e dall'arte e non erano da tatuare ma Elvis invece sì
Un mito, The King anche per la sua Storia, che, continua Nesli, "andrebbe studiata a scuola".
Mi piace che sia una leggenda e non ha mai scritto una parola delle canzoni che cantava mentre io mi spacco la testa ogni giorno a cercare di inventare parole. Questo senso di antitesi mi piace. E adoro la leggenda del suo manager, il colonnello Parker. Elvis l'ho tatuato il giorno dopo che ho saputo di essere stato preso a Sanremo come portafortuna perché dico sempre che dobbiamo essere un po' Elvis