Neapolis Festival 2012 – programma e artisti del 15 luglio
Il Neapolis Live Festival 2012 entrerà nel vivo già nel suo secondo appuntamento, dopo aver scaldato i motori con i Bradipos IV il 14 luglio, toccherà ad uno dei main event della programmazione: Pino Daniele. L'artista napoletano, totalmente rigenerato dopo la sua conversione alla musica indipendente con la sua nuova etichetta Blue Drag (ispirata ad un pezzo di Django Reinhardt degli anni '30) che con l'uscita de La Grande Madre ha restituito al grande pubblico un musicista diverso, incuriosito, che segue una strada priva di compromessi. Gli omaggi ad Eric Clapton nella traduzione italiana di Wonderful Tonight, il ritorno al dialetto in O Fra, la hit Melodramma e la concreta Coffee Time che riporta al magico sound di una volta, non sono passati inosservati ed al Giffoni Valle Piana è di diritto una delle date da non perdere per niente al mondo.
Pino Daniele nel 1976 entra come bassista nella formazione dei Napoli Centrale, dove lì conosce James Senese. Sarà Claudio Poggi della EMI Italiana il primo a puntare forte su di lui, nello stesso anno viene pubblicato un 45 giri contenente Che Calore/Furtunato, brani che entrambi saranno inseriti l'anno successivo nell'album d'esordio Terra Mia. Nell'album sono contenute pietre miliari della discografia dell'artista napoletano, compresa Napule è, canzone manifesto per l'artista e per la città intera. Successivamente arrivano in serie Pino Daniele (1979), Nero a metà (1980), Vai mò (1981). La sua musica diventa internazionale, avvalendosi anche di collaborazioni di primo livello, da Wayne Shorter e Alphonso Johnson dei Weather Report a Nana Vasconcelos. Arrivano in serie Bella ‘mbriana (1982), Musicante (1984) e Ferryboat (1985), verranno editati altri pezzi importantissimi per la discografia dell'artista.
Nel 1987 pubblica Bonne Soireé, disco apprezzato più dagli addetti ai lavori che dal suo pubblico, sarà un lavoro di transazione che segnerà la fine di una seconda era dell'artista. Il trittico Schizzichea with Love (1988), Mascalzone Latino (1989) e Un uomo in blues (1991) restituisce un Pino Daniele in piena fase di trasformazione, abbandonando sempre più il dialetto e la canzone di protesta ed abbracciando quasi definitivamente l'italiano e la canzone d'amore. Nel 1993 arriva Che Dio ti benedica, primo vero album senza le sonorità di un tempo, poi in serie i grandi successi commerciali di Non calpestare i fiori nel deserto (1995) e Dimmi cosa succede sulla terra (1997). Battuta d'arresto nel 1999 con Come un gelato all'equatore, un timido ritorno alle origini nel 2001 nell'africheggiante Medina poi tanta sperimentazione con Passi d'autore (2004), Iguana café (2005), Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui (2007), Electric Jam (2009) e Boogie Boggie Man (2010).