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Musica pirata e download illegali: arriva la proposta per legalizzarli e monetizzarli

Le case discografiche sono in crisi, ma pare che ‘7 Sky Media’, un’azienda danese, abbia trovato il modo di capitalizzare anche dai download illeciti. Scopriamo come.
A cura di Biagio Chiariello
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Chi vincerà la battaglia tra le case discografiche e coloro che scaricano musica illegalmente? Questi ultimi sembrano largamente in vantaggio. L'industria musicale sta attraversando un momento molto difficile, ma forse è arrivata una soluzione che può giocare a loro favore. Basta digitare "7SkyMedia". L'azienda danese ha deciso di approcciarsi diversamente alla musica pirata, offrendo ai pezzi grossi della discografia un modo per monetizzare il download non autorizzato dei brani protetti da copyright. "Il nostro software è progettato per riprodurre tutti i file digitali e localizzare i titolari dei diritti d'autore indipendentemente da dove proviene il file," afferma Bo Schønemann di 7SkyMedia "Questo significa che siamo l'unica azienda al mondo che può offrire guadagni legati a queste grandi quantità di musica illegale che viene scaricata, da cui attualmente le case discografiche non ricevono un soldo."

Il metodo consiste nell’installare nei software di riproduzione musicale (ad esempio WinAmp o Mediaplayer) un plug-in capace di identificare ogni brano che viene suonato. Quindi a prescindere dalla provenienza del pezzo (legale o meno), ogni volta che questo viene eseguito appaiono degli annunci pubblicitari i cui proventi vengono direttamente girati ai detentori del copyright.

" 7 Sky potrà aiutare anche i ‘piccoli' musicisti, nella diffusione delle loro canzoni, in modo che possano monetizzare la loro musica senza una casa discografica," ha spiegato René Nygaard di 7 Sky Media .

La società è attualmente in trattativa con compagnie musicali e le imprese di investimento, per il lancio nazionale ed internazionale. Certo l'idea della compagnia danese potrebbe essere intuizione geniale, che con la giusta collaborazione da parte di Google o forse Apple, potrebbe far funzionare il prodotto, se non fosse per il fatto che va ad invadere la privacy degli consumatori, che in ogni caso devono installare il software volontariamente.

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