Muore il primo manager degli Smiths, Johnny Marr: “Senza di lui non saremmo esistiti”

Johnny Marr sul suo sito ha confermato la morte di Joe Moss, manager del chitarrista e della sua ex band, gli Smiths: l'uomo ha combattuto un cancro che lo ha sconfitto a 72 anni. Nella nota Marr lo definisce una vera e propria leggenda della Manchester degli anni '80, quando si incontrarono per puro caso. Una storia di amicizia prima che di lavoro quella tra l'ex Smiths e il manager che è definito ‘proprietario della famosa Twisted Wheel e l'artefice del negozio pionieristico Eighth Day' che aveva un negozio d'abbigliamento vicino al quale lavorava Marr.
Il primo produttore dei The Smiths
A 17 anni, quindi Marr si fece avanti e si presentò definendosi ‘musicista frustrato', dando il la a una grande amicizia, che si tramutò subito anche in una collaborazione lavorativa che sfociò nella sua nomina del musicista a capo di un nuovo negozio che aprì sotto il quartier generale dell'etichetta. Fu proprio Moss a permettere che gli Smiths, band che Marr formò assieme a Morrissey potessero prendere vita e materialmente cominciare a suonare assieme, dandogli un posto dove stare e soprattutto la prima strumentazione. Da lì a diventarne il manager passò poco, dal momento che fu sempre lui a regalargli un pulmino per viaggiare per concerti:
Moss divenne mentore e incoraggiò le ambizioni musicali di Marr
Il ritorno al fianco di Johnny Marr
La ciliegina sulla torta fu quando cominciò a trovargli i primi concerti e i primi contatti con le etichette. Con ‘This Charging Man' che cominciava a diventare una hit, però, le strade si divisero e Moss lasciò quell'esperienza, benché in futuro continuò a lavorare con la musica contribuendo al ‘fiorire della scena cittadina' dei primi anni '90, tornando a fare il produttore con i Marion e gli Haven prima di tornare definitivamente a gestire la carriera del chitarrista fino ad oggi.
Joe era unico, una persona splendida e unica. Si è preso cura di me fin da quando avevo 17 anni – ha detto Marr – ed è stato lui che mi ha messo in testa l'idea di bussare alla porta di Morrissey. Ha investito tempo e soldi in noi quando nessuno ci credeva. Senza di lui non ci sarebbero stati gli Smiths.