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Morì nel crollo del palco di Laura Pausini, la madre scrive a Napolitano

Sembra già dimenticata la triste storia di Matteo Armellini, lavoratore dello spettacolo morto tragicamente a Reggio Calabria mentre lavorava all’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini. La madre scrive a Napolitano: “Diventa sempre più probabile che io non conosca mai la verità sulla morte di mio figlio”.
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Matteo Armellini aveva 32 anni quando, lo scorso 5 marzo 2012 a Reggio Calabria, rimase vittima del cedimento del palco del Pala Calafiore, dove in serata doveva tenersi il concerto di Laura Pausini. Oggi sembra una storia quasi dimenticata, dai media, dalla politica che tanto aveva detto in quei giorni, dallo stesso mondo dell'intrattenimento. Hanno dimenticato tutti, meno che la madre che, dopo essersi vista mortificata per il valore che l'Inail ha dato alla morte di suo figlio (la misera somma di 1936 euro), si è vista costretta a scrivere al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Paola Armellini scrive così:

Ogni anno muoiono più di mille lavoratori, purtroppo non sempre per fatalità, bensi' troppo spesso a causa di superficialita', quando non di negligenza. Matteo e' una delle vittime di questa mancanza di responsabilita'; aveva solo trent'anni e ha pagato con la vita il suo diritto al lavoro. Confido che Lei, Signor Presidente, comprenda la necessita' di una madre, cittadina italiana, di ottenere almeno giustizia. La Costituzione italiana garantisce il diritto al lavoro e la pari dignita' per tutti i cittadini. Credo dunque sia lecito e doveroso chiedersi come questo diritto, peraltro non sempre rispettato, possa escludere perfino la sicurezza sul lavoro. A tutt'oggi, a distanza di dodici mesi non ho avuto alcuna notizia dell'inchiesta giudiziaria in corso alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, fatta eccezione per gli accertamenti peritali ancora in corso. Diventa sempre piu' probabile che io non arrivi mai a conoscere la verita' sulla morte di mio figlio.<

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