Michele Canova a Fanpage: “Lo streaming ha cambiato il modo di scrivere le canzoni”
Nella sua lunga carriera ha collaborato con i più grandi, lui che per molti anni è stato considerato a sua volta il più grande. Da Tiziano Ferro a Jovanotti, da Marco Mengoni a Eros Ramazzotti passando per Adriano Celentano, Alessandra Amoroso, Fabri Fibra. Tutti volevano (e vogliono) le sue produzioni. Tutti hanno raggiunto il successo anche grazie alle sue sonorità. Ora Michele Canova Iorfida si "mette in proprio" e lavora al suo primo album ufficiale sotto Sony Music con cui ha firmato un contratto in esclusiva mondiale. Anticipato dal singolo "Benedetto l'Inferno" con Gianna Nannini e Rosa Chemical, il produttore – che per l'occasione ha cambiato il proprio nome in CanovA – del disco in produzione dice: "Voglio fare combo di artisti non prevedibili su canzoni non prevedibili". Diviso tra Los Angeles e l'Italia, Fanpage.it lo ha incontrato nei suoi studi di Milano.
Hai 30 anni di carriera alle spalle. Com'è cambiato il ruolo del produttore da quando hai iniziato ad oggi?
Ora il produttore è più che altro un assemblatore di idee al computer anche presente nella fase di scrittura delle canzoni insieme agli autori. In qualche caso è anche un rifinitore che chiude i brani e li mixa.
Qual è la differenza principale tra il mondo musicale americano e quello italiano?
Sicuramente la competizione. In una città come Los Angeles in due miglia quadrate ci sono 2.500 produttori. Serve quindi molta umiltà e la disponibilità a mettersi continuamente in gioco. Si capisce che non sei indispensabile perché come te o meglio di te ce ne possono essere tantissimi nel giro di qualche isolato.
C'è un produttore che reputi tuo competitor?
Tutti sono competitor. Il mio vantaggio forse è la conoscenza che ho della musica però a livello di risultati ce ne sono tanti. Mi vengono in mente Mace, Zef, Marz, i 2nd roof. Una volta c'erano pochi nomi mentre ora è bello vedere che ci sono moltissimi produttori anche perché il mercato è cambiato così tanto che l'album altro non è che una collezione di singoli. Per questo motivo c'è più spazio per diversi suoni e diversi produttori.
Qual è stata la soddisfazione più grande della tua carriera?
Ci sono tanti tipi di soddisfazioni diverse. La prima è stata vendere un milione di copie con il primo album di Tiziano Ferro, Rosso Relativo. Ricevere il primo disco di Diamante, potermi trasferire in America e poter collaborare con artisti statunitensi come Janet Jackson e Alanis Morisette, che mi chiedeva pareri sulla sua voce registrata. Ma anche essere a contatto con l'ex manager di Rihanna che è diventato un mio caro amico. E potermi anche comprare casa a Los Angeles è stata una bella soddisfazione, è una cosa che non avrei mai detto di poter fare in vita mia.
Hai qualche rammarico?
No, sono sempre abbastanza proiettato verso il futuro. Mi godo le cose belle del passato ovviamente. Guardo il muro con i dischi di Diamante e di Platino e ne riconosco la bellezza, anche se devo farti una confidenza.
Ovvero?
Per molti anni li ho tenuti in bagno (ride, ndr). Quando ero in Italia non li ho mai appesi, li tenevo lì come a dire "non mi interessano". Quelle cose che si fanno da ragazzini.
A tuo avviso perché Tiziano Ferro e Jovanotti non hanno raccolto lo stesso successo avuto con te nonostante le produzioni di Timbaland e Rick Rubin? È un problema legato alla distanza culturale tra Usa e Italia o è il mercato che è cambiato molto e molto in fretta?
Per Rick Rubin e Timbaland, che sono due miei idoli e geni della musica, capire le sfumature del linguaggio e della scrittura è veramente difficile. Perciò magari effettivamente ci possono essere delle difficoltà anche per il più grande del mondo nel capire una cultura che è totalmente diversa dalla propria. E poi certamente il mercato è cambiato: premia molto più lo streaming e Tiziano e Lorenzo sono meno da streaming, in maniera molto naturale. Appartengono a una scuola di artisti che scrivono canzoni di un certo tipo, mentre lo streaming ha cambiato il modo di scrivere le canzoni.
Con quale artista italiano avresti voluto collaborare e non ci sei riuscito?
C'è stata una possibilità di lavorare con Ligabue, con cui mi ero incontrato. Poi in quel periodo dovevo andare a registrare Safari di Jovanotti a Los Angeles e non se ne fece nulla perché avevo troppo poco tempo. Vasco mi piacerebbe produrlo e avere quel credito, per il resto ho lavorato più o meno con tutti in Italia.
Al produttore manca l'affetto riservato dai fan ai cantanti durante i live?
Non ci ho mai pensato. Il mio amore è stato stare in uno studio di registrazione a toccare pulsanti, girare manopole e muovere il mouse scoprendo nuove atmosfere sonore. Il mio più grande payback è stato il vendere i dischi e vedere il successo degli artisti che producevo.
Come procede la lavorazione del tuo album?
Sto lavorando a tante opzioni. Ho una rosa di una decina di brani che usciranno come singoli ogni circa due o tre mesi. L'album sarà solo una raccolta. Vorrei mantenere l'effetto sorpresa provando a fare combo non prevedibili su canzoni non prevedibili come fatto con Gianna Nannini feat. Rosa Chemical in Benedetto l'Inferno.
Quale sarebbe la combo più imprevedibile?
Una combo molto bella che mi sarebbe piaciuta è Tiziano Ferro feat. Madame.
Michele, 30 anni dopo ci sai dire qual è il tuo capolavoro?
Forse, per ingenuità, i primi album prodotti come Rosso Relativo di Tiziano, suo disco d'esordio, perché non sapevo l'80 per cento delle cose che so oggi. Se lo riascolti, è un bell'album. Oppure forse il capolavoro sono i numeri di vendita: i primi tre dischi di Ferro hanno superato il milione e quattrocentomila di copie fisiche vendute. In Safari, che è disco di Diamante, e Ora di Jovanotti, che sono considerati tra i migliori dischi di Lorenzo, ho prodotto i brani e ne ho scritti alcuni insieme a lui. Diciamo che lo devono dire gli altri qual è il capolavoro, ecco (ride, ndr).