Michele Bravi canta le Falene con Sophie: “Questa canzone è la parte erotica del mio album”
Michele Bravi definisce "Falene", il singolo pubblicato qualche giorno fa, in cui duetta con Sophie and the Giants, come le vane erotica di quel racconto dell'oscurità che era "La geografia del buio", il suo ultimo album. "Falene" è un pezzo che potremmo definire estivo, sebbene la categorizzazione – in sé talvolta con accezione negativa – le starebbe stretta. Non aspettatevi il solito ritmo latino, ma il brano è quello che ci si poteva aspettare da un Michele Bravi con la voglia di "alzare le mani" per citare quanto ha detto a Fanpage.it, con cui, assieme a Sophie, ha parlato di questo lavoro.
Come nasce Falene?
Falene è un nuovo capitolo di un disco che ho pubblicato a gennaio. Questo disco parlava di come convivere con il buio e si chiamava La geografia del buio. Questa canzone ne è un nuovo capitolo nato dal fatto che ho individuato questa immagine degli animali notturni, che sono tra quelli più misteriosi, poi c'è anche un significato tribale, c'è chi dice, infatti, che siano fate o addirittura streghe che stanno cercando un corpo da abitare, quindi anime che vagano. Credo che tante persone si siano sentite almeno una volta, nella propria vita, degli animali notturni. Nel disco parlavo di come convivere con il buio e le falene ci convivono quotidianamente, costantemente, però sanno anche esattamente come muoversi attorno agli spigoli luminosi della luce.
Come mai hai pensato a un duetto e a Sophie?
Quando parlavo del disco, parlavo sempre di una casa da abitare, questa forse è la prima stanza che riesco a condividere. Sophie mi accompagna in questa canzone perché è una canzone che va condivisa, è un po' anche il significato delle falene: le falene sono sempre in gruppo, è difficile trovarne da sole e noi abbiamo scoperto di essere molto simili, condividiamo lo stesso pensiero creativo lo stesso modo di ragionare, lo stesso modo di affrontare le cose.
Come è stato lavorare con Michele, avete scritto insieme?
No, no, l'abbiamo fatto separatamente, purtroppo, è stato davvero strano anche perché mi sarebbe piaciuto molto poter stare insieme in studio e scrivere la traccia. Alla fine, però, è stato anche facile, perché Michele ha amato le cose che gli ho mandato, io ho amato la sua canzone…
Michele, qual è il tuo rapporto con l'idea della canzone estiva?
Diciamo che io non sono il genere di artista la cui produzione musicale è fatta per ballare, non è che dici: "Vado a un concerto di Michele Bravi, su le mani!", non è nelle mie corde. Però allo stesso tempo credo molto nell'autenticità delle cose: questo è un pezzo nato in modo naturale, è un po' quando mi chiedono: "Andrai a Sanremo?" e io rispondo sempre: "Ma se non ho la canzone come faccio a progettare la mia intenzione di andare lì?". Lo stesso discorso vale per l'estivo: "Farai l'estivo?" Non lo so, se nasce qualcosa che può essere messa in quel campionato allora sì, su questo, insomma, ho un approccio molto naturale, credo molto nell'importanza della scrittura e che questa non possa essere imbrigliata e creata a tavolino. In passato avevo già avuto un'esperienza, sempre con una collaborazione, in quel caso con Elodie, ma non ero neanche autore del pezzo, stavolta invece è nato tutto dalla mia penna, è stato naturale. Per me è difficile paragonarmi agli altri, sembrerebbe di volermi togliere da mezzo, però voglio che si mantenga sempre una chiave di drammaticità. Io parlo di Falene, del loro fatalismo, e quella chiave teatrale, drammatica, che poi è la mia corda principale c'è anche in questa canzone ed è la ragione per cui mi sento tranquillo ad uscire in un contesto estivo.
Falene è la dimostrazione di come sempre più un album è un contenuto a chi di volta in volta si possono aggiungere mattoni, che sono le canzoni.
Guarda io su questo sono abbastanza convinto, l'ho già fatto col vecchio disco, a me piace ampliare i dischi, credo che nel momento in cui questo incontra il pubblico, succede qualcosa, perché vedo come la scrittura agisce sulle persone e come le persone reagiscono davanti a un certo tipo di testo e melodia. Questo chiaramente crea delle modifiche anche sul mio processo creativo: un disco inizia, però poi piano piano si evolve, questo è già un capitolo in evoluzione e magari ce ne saranno anche altri.
Sophie, con Hypnotized hai avuto un successo enorme in Italia: ormai devi studiarlo per bene l'italiano…
Sono veramente fortunata, non era immaginabile avere questo successo in Italia, ma questa cosa mi fa piacere. Ho cercato di imparare l'italiano, per ora solo parlando molto lentamente, ho visto molta televisione italiana per cercare di migliorarlo. Ma per quanto riguarda il cantare ho dovuto imparare il suono, la pronuncia della mia parte, e c'è voluto molto tempo, oltre sei ore per riuscirci al meglio.
Quello di Hypnotized è stato un successo inaspettato, immagino.
È venuto tutto veramente in maniera inaspettata, abbiamo avuto un buon successo in Inghilterra e siamo stati in tour per un po' di tempo, ma quando ho collaborato con Purple Disco Machine e abbiamo fatto Hypnotized è letteralmente arrivato tutto dal nulla, non avevamo alcun tipo di aspettativa sul fatto che potesse evolversi come ha fatto. È una cosa folle, sono così grata e contenta per questa cosa.
Ora avrai dalla tua anche la fanbase di Michele che è molto forte e carina.
Certo, ho visto un po' sui social, è molto bello, sono veramente adorabili, dediti, ci dicono un sacco di cose dolci, sono veramente fiera di farne parte, adesso.
Michele, prima dicevi che ai tuoi concerti non si alzano le mani, però questa è una buona occasione per farlo…
In generale, performare davanti a un pubblico è una cosa che è diventata un sogno lontano e anche ora che si può fare in una chiave di normalità più simile a quella che ci ricordiamo anche se non è la stessa cosa che ricordavamo, non si suda nel pubblico, non si grida, è una dimensione molto più controllata, non è la versione che tutti speriamo di ottenere. Chiaramente si riesce anche a sfogare un po', ovviamente. Sai cosa? Nel mio disco si raccontavano tante sfaccettature del buio, ma mancava la parte erotica e questa in qualche modo è quel pezzettino che mancava: poter raccontare quel tipo di venatura lì sul palco in questo momento è estremamente stimolante, specie in una situazione in cui il contatto è ancora visto con paura, con timore. Poter sfogare questa vena erotica, sensuale è estremamente stimolante.
Sophie, senti, ma anche in Inghilterra c'è la cultura del tormentone, della hit estiva?
Devo dirti che onestamente non lo so, non ascolto particolarmente musica mainstream, quella che passa in radio, o che sta in classifica, cerco di rimanere concentrata sulla mia musica e tenermi aggiornata su ciò che la possa influenzare positivamente.
Ma possiamo aspettarci di vedervi insieme su un palco?
Sì, adesso abbiamo un po' di appuntamenti per performare dal vivo e il primo è Battiti e poi stiamo programmando altre cose per essere finalmente sul palco insieme. Ci siamo fatti iuna promessa prima di cominciare questa collaborazione, che avremmo cantato dal vivo ogni volta che ci fosse stata l'occasione, quindi spero che questa estate possa essere piena di questi seppur piccoli appuntamenti, che diano in segnale di ripartenza, in generale per il settore, ma anche per noi come artisti.