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Michael Jackson shock: 35 milioni per comprare silenzio sui suoi abusi sessuali

Secondo indiscrezioni, l’FBI sarebbe in possesso di documenti che proverebbero il tentativo di insabbiamento dal 2002. Il Sunday People pubblica l’intervista di un anonimo che dichiara di essere in possesso delle copie di questi dati. Al centro della questione la figura di Anthony Pellicano, investigatore che avrebbe aiutato Jackson ad insabbiare le accuse contro di lui.
A cura di Andrea Parrella
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A pochi giorni dal quarto anniversario della sua morte, nuove scottanti notizie sul conto di Michael Jackson emergono da un'intervista uscita questa mattina sul giornale Sunday PeopleAl centro della questione i suoi presunti e reiterati abusi sessuali a danni di minori avvenuti durante gli anni 90. Protagonista dell'intervista un collaboratore di Anthony Pellicano, un investigatore che Jackson avrebbe assoldato dopo le accuse di abusi al fine di insabbiare le notizie ed evitare una condanna che, sulla base dei dati emersi da alcuni documenti sequestrati a Pellicano, sarebbe stata pressoché inevitabile. Le indagini sull'investigatore erano partite nel lontano 2002, tanto che si può pensare che il Federal Bureau conoscesse già la verità da tempo. Peccato che questi documenti non siano stati trasmessi ai pubblici ministeri che nel 2005 tentarono invano di inchiodare Jackson nel controverso processo per molestie sessuali. Ecco il computo: l'ex re del pop, scomparso nel 2009, avrebbe pagato almeno 35 milioni di dollari a due dozzine di teenager, vittime dei suoi abusi sessuali in quel di Neverland, la residenza del cantante. Era lì che Jackson presumibilmente guardava film pornografici con i bambini, toccando loro le parti intime.

Ecco un estratto di uno dei documenti riportati dal Sunday People.
Ecco un estratto di uno dei documenti riportati dal Sunday People.

Il collega di Pellicano, che ha chiesto di rimanere anonimo, è stato intervistato dal settimanale ed ha appunto confessato di aver deciso di rendere pubblico quanto conosceva dopo le accuse di un coreografo di Jackson, Wade Robson, che negli anni novanta dice d'essere stato uno dei tanti bambini molestati a Neverland. L'anonimo dichiara di essere in possesso delle copie dei documenti che inchioderebbero Jackson, nei quali ci sono i nomi delle 17 vittime di abusi, tra cui cinque bambini attori e due ballerini. Jackson li avrebbe pagati lautamente in cambio del silenzio. Ad indirizzare il re del pop nella scelta di Pellicano sarebbe stata Elizabeth Taylor, che se ne era servita per insabbiare le notizie sul suo utilizzo di droga. Pare dunque ovvio che la vicenda si riapre, specie in presenza di documenti ufficiali che proverebbero la colpevolezza del cantante. Inevitabile sarà poi la divisione tra i garantisti e i giustizialisti. Ai fini della verità serve ben poco.

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