Michael Jackson: i fan protestano per il documentario che mostra la sua autopsia
E' sempre difficile parlare di Michael Jackson per motivi solo strettamente musicali. Così, se per qualche giorno si è parlato esclusivamente del nuovo album del Re del Pop – che oggi esce in USA (da noi è stato pubblicato lo scorso 10 dicembre) – ora ritornano le polemiche in merito alla sua morte.
Ragione della controversia è il documentario che andrà in onda il prossimo mese su Discovery Channel intitolato "L'autopsia di Michael Jackson: Cosa ha davvero ucciso Michael Jackson". Preoccupati i fan hanno indetto una petizione online attraverso il sito petitionspot.com nella speranza di fermare lo show. Secondo l'esposto nello speciale si potrà assistere ad una vera e propria autopsia su una riproduzione del corpo di MJ. Un medico sezionerà il corpo per "rivelare le vere ragioni della sua morte." I fan sono preoccupati anche per il fatto che il medico parlerà "della sua dipendenza e del suo cambiamento di colore della pelle".
La petizione ha raccolto 3.600 firme di Lunedi.
"Come ogni altro essere umano su questa terra, Michael Jackson ha diritto a un minimo di decenza e di rispetto", afferma la petizione. "Nel corso di questi mesi, i media hanno accumulato abusi di ogni genere nei suoi confronti, agendo ad un livello ancora più meschino di quando lui era in vita. Chiediamo ai direttori della programmazione di Discovery Channel di procedere con la cancellazione definitiva di questo documentario indecente e dannoso sia per la persona, sia per la sua famiglia che per le persone a lui care. Uniti contro la vergogna! "
Jackson è morto il 25 giugno 2009, con il medico legale accusato di omicidio colposo per intossicazione acuta da propofol, con altri sedativi. Aveva 50 anni.
L'udienza preliminare per Conrad Murray è fissata per il 4 gennaio. Quel giorno un giudice stabilirà se ci sono prove sufficienti per rinviare Murray al processo per omicidio colposo.
Murray è accusato di aver dare al Re del Pop una dose letale di sedativi, tra cui il propofol e la lidocaina antidolorifico. Il medico si è dichiarato non colpevole.
