Michael Bublé a Fanpage sulla sentenza Usa contro l’aborto: “Oggi più che mai fiero di essere canadese”
Michael Bublé in Italia per le riprese del Tim Show è stato intervistato da Fanpage.it e in una lunga chiacchierata, dove l'artista ha parlato dei suoi progetti, non sono mancati anche argomenti relativi all'attualità. A poche ore dalla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha revocato la sentenza del 1973 sul caso Roe v. Wade, cancellando il diritto costituzionale di abortire, il cantante canadese non ha esitato ad esprimere un parere sulla questione, dimostrando di essere particolarmente attivo sul fronte dei diritti umani.
Le parole di Michael Bublé sulla sentenza americana
Michael Bublé commenta con estrema serietà la notizia che in poche ore ha scosso l'opinione pubblica americana e non solo, relativa alla cancellazione del diritto all'aborto su scala nazionale. Una decisione che rappresenta una privazione della libertà per le donna, ed è proprio sul concetto di autonomia che il cantante canadese, ma di origini italiane, si sofferma all'inizio dell'intervista:
Oggi come oggi sono molto fiero di dire che sono canadese, sono un cittadino canadese con un passaporto italiano, e sono molto felice di questa cosa. Per me è molto difficile perché la metà delle persone che comprano biglietti per i miei concerti sono da una parte o dall'altra e questo non mi aiuta a stare nel mezzo e desidero che le donne abbiano piena autonomia quando si parla dei loro corpi, amo i loro corpi, amo mia moglie e le mie figlie.
La Corte Suprema cancella il diritto all'aborto
La giornata di venerdì 24 giugno passerà alla storia come il giorno in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di revocare la sentenza del 1973 sul caso Roe v. Wade, cancellando il diritto costituzionale di abortire. Dopo questa sentenza gli Stati saranno liberi di decidere in autonomia: quasi la metà degli Stati, probabilmente, renderà l'aborto illegale. Sostanzialmente la decisione di oggi è un clamoroso passo indietro. D'ora in poi i singoli Stati potranno adottare le proprie leggi in materia, non c'è più alcuna legge su scala nazionale. La decisione è stata presa con una Corte divisa con 6 voti a favore e 3 contrari.