Meno male che c’è Umberto Maria Giardini
Si, meno male che c'è Umberto Maria Giardini perché L'Imperatrice è a stecchetto da troppo tempo. Perché le capacità vocali dell'artista che fu Moltheni, i suoi testi sempre potenti, mai banali, hanno rischiato per un attimo, durato due/tre anni a seconda se escludiamo o meno la parentesi con i Pineda, di sparire dal mondo della musica. E' un bene per tutti che UMG abbia deciso di uscire nuovamente allo scoperto, nonostante nella sua carriera abbia raccolto davvero troppo poco di quanto in realtà meriti.
E allora La dieta dell'imperatrice è un disco che segna un nuovo inizio, un disco che, in alcuni passaggi, si prende anche la briga di prenderla per il culo questa musica, imperatrice beota in balia dei tempi e delle mode. Dopo un'introduzione strumentale di un minuto e mezzo, le chitarre di Umberto e di Marco Marzo Maracas aprono la strada alla prima parte del disco, quella più "moltheniana". Anni luce brano malinconico dove oltre alle schitarrate di cui sopra, escono bene tamburi e piatti di Cristian Franchi, poi c'é Il trionfo dei tuoi occhi, un pezzo che ricorda molto il filosofeggiare sull'amore già ascoltato da Natura in Replay a Toilette Memoria, nel quale ci si perde bene nel campo dove UMG è più bravo, le metafore:
mille montagne scalerò/facendo tappa tra i tuoi nei/ed i dubbi miei/mari e oceani muterò/chiedendo all'acqua che ti dia/la fatica mia
Quasi Nirvana è stato scelto come singolo apripista dell'album. Non è un caso. E' l'esatto compromesso tra ciò che era e ciò che sarà di Umberto Maria Giardini. Anche qui i testi fanno la voce grossa: cambiano i tempi/brillano i denti nelle bocche in tv , il pezzo ci accompagna in uno stato di beatitudine al quale però manca ancora qualcosa, un amore, appunto, che è incredibile/quasi Nirvana.
La seconda parte del disco apre con un pezzo strumentale, progressive, intenso e in crescendo. E' Il desiderio preso per la coda, unico pezzo oltre a Il sentimento del tempo, del quale UMG non ha scritto la musica (il primo è firmato da Marco Marzo Maracas, il secondo da Giovanni Parmeggiani). Discographia è tra i pezzi migliori del disco, insieme a Il trionfo dei tuoi occhi, il testo qui appare addirittura ironico, beffardo. La settima traccia è Saga, un viaggio onirico nel quale i testi criptici sono accompagnati da un piano. Genesi e Mail schitarra inizialmente come Petalo, poi ci si lascia andare alle parole di Umberto Maria Giardini, una sensibilità incredibile ed una capacità di riuscirla ad esprimere tutta, difficilmente riscontrabile in altri cantautori. Il sentimento del tempo è il nono pezzo del disco, segue la linea progressive de Il desiderio preso per la coda, solo che qui nel mezzo lascia spazio alle parole e accompagna a L'ultimo venerdì dell'umanità, pezzo apocalittico che chiude l'album.
La dieta dell'imperatrice è un album perfetto per questa parte finale d'autunno che ci accompagna all'inverno, un lavoro fatto di cuore e sogno, che vede i suoi gioielli, lo ripetiamo, negli intermezzi progressive, ne Il trionfo dei tuoi occhi, Discographia, Quasi Nirvana, Genesi e Mail. E nel fatto che Umberto Maria Giardini sia ancora qui a provare a dar da mangiare all'Imperatrice. Meno male.