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Mengoni: “Non amo gli smartphone, su Facebook si condividono molte banalità”

Repubblica riporta le dichiarazioni del cantante riguardo al suo rapporto con la tecnologia. Mengoni predilige di gran lunga gli incontri faccia a faccia e trova la tecnologia particolarmente noiosa.
A cura di Daniela Seclì
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Se gran parte dei giovani d'oggi sono ossessionati dall'uso dei social network e considerano il cellulare un prolungamento naturale della loro mano, non è la stessa cosa per Marco Mengoni, che di anni ne ha 24 e con la rete si annoia soltanto. Secondo le dichiarazioni pubblicate su Repubblica, infatti, il cantante preferisce di gran lunga il vecchio, sano incontro faccia a faccia.

"Non sono stato particolarmente attratto dalle tecnologie, non amo gli smartphone, non sono stato un grande utilizzatore di Facebook. Io rimango dell'idea che sia bello guardarsi negli occhi quando ci si parla e non essere dietro a uno schermo"

Chiarisce, però, che non è del tutto contro la tecnologia e che pian piano proverà ad adattarsi, anche se esclude del tutto la possibilità di trascorrere ore ed ore davanti al computer.

"Non sono un anti-tecnologico, il mio non è certo un atteggiamento snob. Anzi, capisco che le nuove tecnologie siano una cosa positiva per la comunicazione, e che servano a molte persone per vincere la paura di un faccia a faccia. Mi sto avvicinando sempre più, quindi, anche a queste cose, ai social network in particolare. Ma di certo non arriverò a stare collegato ore e ore, non mi diverte far sapere agli altri cosa ho mangiato oggi o far vedere la foto del solito gattino. Leggo, osservo, se ho qualcosa davvero da condividere scrivo, o segnalo una musica, una poesia, un libro. Con queste tecnologie sono un bradipo, mi adatterò, ma con lentezza… Ma non sono un passatista, anzi sono a favore della tecnologia, soprattutto se mi aiuta nel mio mestiere. Però per quello che riguarda la comunicazione, soprattutto sui social network, non riesco ad essere come molti miei colleghi, ma di scrivere banalità non me ne frega niente. Lo faccio se ho qualcosa davvero da dire, da condividere. Cose che abbiano un senso, un motivo "

E se con i social network il rapporto non è dei migliori, la situazione non cambia con il cellulare.

È evidente che oggi sia impossibile vivere senza cellulare ma non ne sono ossessionato. E molti si arrabbiano con me perché non rispondo mai ai messaggi. Se mi invitano a una cena per la stessa sera tramite un sms è molto probabile che a cena ci vadano senza di me…"

Marco Mengoni ama il rapporto con il suo pubblico, come lui stesso ha spiegato, è nei concerti dal vivo che trova la carica per andare avanti nella sua carriera:

"È il rapporto con il pubblico che mi spinge a fare musica, suonare dal vivo è la cosa che ti fa andare avanti, ti rende felice di fare questo mestiere. Per me è la cosa più fica che c'è. Essere in studio per registrare va bene, è ovvio, ma dopo un po' mi sento un po' stretto. Invece quando suono dal vivo ogni sera è diversa, ogni concerto è come se fosse l'ultimo, non sai cosa succederà domani e quindi dai tutto quello che hai. Ogni sera quando salgo sul palco per me è l'ultima volta, e quindi cerco di dare tutto, di sgolarmi, di triturarmi le mani sulla chitarra…"

Nel corso dell'intervista, poi, è tornato con la mente agli inizi della sua carriera quando, come tutti gli artisti, ha cercato la sua strada bussando alle porte degli addetti ai lavori.

"Ho iniziato come tutti, bussando a tante porte che, ovviamente, non si sono aperte. Poi X Factor e questa rapidissima corsa che mi ha portato dove sono oggi. È un mondo curioso quello che mi sono trovato ad affrontare, me l'aspettavo diverso, magari un po' più buono, ci sono tanti meccanismi che non capisco, tanti disequilibri, e devi sempre stare attento a come ti muovi, a quello che fai. Non è come dieci o quindici anni fa, oggi la musica è vento, passa rapidamente, è un vento forte e veloce, devi fare in modo che non ti scompigli i capelli e basta"

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