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“Me si sora”, quando i neomelodici affrontano il tema della pedofilia

Il teatrino sceneggiato della canzone neomelodica trova nuove strade, portando per la prima volta la pedofilia in una canzone. Il cliché è quello solito di sempre: l’onore leso, l’infamità subita e la vendetta che si lava nel sangue.
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"E' stata colpa mia, giocavo con Maria e sono caduta". Così si giustifica "La piccola Anna", giovanissima interprete del mondo neomelodico, quando suo fratello "Valentino", di pochi anni più grande, le chiede conto dei lividi sul viso. "Per quell'uomo stasera è finita", promette il fratello al padre orco ed ecco che l'universo del mondo neomelodico canta per la prima volta gli abusi sessuali a minori. Il retaggio culturale è quello solito: l'onore leso, l'infamità subita e la vendetta che si lava nel sangue. L'ennesimo teatrino sceneggiato della canzone trash napoletana non si limita più adesso alle situazioni tipo, da sempre vero e proprio marchio di fabbrica dell'ambiente, come il tradimento, l'amore semplice dei vicoli o quello più sofisticato per le "amiche di mammà", scadendo per l'ennesima volta nel cattivo gusto di un finale scontato.

Tragicomico il messaggio a margine del video, ricco di errori grammaticali e quasi privo di senso, che riportiamo fedelmente:

Un messaggio a tutti i bambini adolescenti. Non fidatevi di chi non conosce le apparenze, Tante volte ingannano soprattutto l’innocenza di chi nonà peccato, il male e sempre dietro la porta, aprite gli occhi e non il cuore a queste persone senza onore.  Non fate di testa vostra a chi subbisce pitofilia. Rivolgetevi alle autorità.

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