Matteo Romano, da Concedimi a Casa di Specchi: “Grazie a TikTok non c’è più bisogno dei talent”
Se il primo singolo "Concedimi" è la carta d'identità del giovanissimo cantante piemontese Matteo Romano, "Casa di specchi" è la sua evoluzione artistica, una direzione intrapresa che fa assumere ancora più importanza al suo progetto musicale. Dai 50mila follower su TikTok ai 20 milioni di stream su Spotify di "Concedimi", non è cambiata la mentalità del cantante di Cuneo, che vede ancora TikTok come una possibilità di aprire il proprio pubblico a sonorità diverse grazie alle cover, ma vede davanti a lui un progetto personale, un Ep. E poi magari Sanremo, perché il viaggio ha una meta e la musica è diventata il suo scopo, non più un passatempo in camera. Proprio da lì sono partiti i suoi due successi, ma il live e la sua dimensione sono la strada da percorrere. Matteo Romano ci ha raccontato la sua evoluzione in quest'intervista.
Cosa è cambiato dal tuo primo successo "Concedimi" a "Casa di Specchi"? Che legame hanno i due brani?
"Concedimi" è stato uno dei primi brani, ero un po' immaturo e raccontava la mia storia. "Casa di Specchi" invece, è stata concepita in maniera diversa, ho immaginato una storia che ho voluto raccontare, ma che non appartiene alla mia vita. Stavo facendo una chiacchierata al telefono con una mia amica e mi stava raccontando di lei: mentre parlava, mi è venuta in mente questa storia di due ragazzi che si cercano, si desiderano ma non riescono a comunicarlo. Sono ritornato a casa e provando al piano mi è uscito il ritornello, con questo "mi fa male" che è un urlo di liberazione.
Cosa ne pensi di un possibile futuro da performer?
Mi stuzzica l'idea, soprattutto provare a cantare qualcosa che non sia nostalgico, che è un mondo che mi appartiene tanto fino a ora, ma vorrei riuscire a spaziare anche su altre cose, mostrando agli altri di esserne capace.
Che attese avevi per il brano "Concedimi"? Ti saresti aspettato questo successo?
Non mi aspettavo nulla, l'ho scritta su Facetime in camera con un mio amico. Ai tempi avevo 50mila follower su TikTok, non sono pochi ma non pensavo di riuscire ad arrivare a due milioni di visualizzazioni del video ufficiale, ma soprattutto i 20 milioni di stream su Spotify.
In che modo TikTok ti ha aiutato?
Sicuramente TikTok mi ha aiutato a mostrare versatilità, soprattutto osservando i singoli che ho pubblicato, "Concedimi" e "Casa di specchi", che per quanto diverse, seguono lo stesso filone, lo stesso mood. Penso di essere anche altro e voglio essere anche altro, voglio mostrare agli altri che ci sono molti più mondi nella mia musica e grazie alle cover sulla piattaforma, sono riuscito già a mostrarlo.
TikTok è stato il tuo primo palco, com'è stato approcciarsi alla piattaforma?
Sicuramente è un trampolino di lancio, c'è un modo nuovo di conoscere gli artisti. Se prima dovevi andare a un talent, o farti conoscere dalla discografica che ti portava al successo, adesso hai una piattaforma da casa tua con cui puoi far conoscere la tua musica, sempre se utilizzata nel modo corretto. Bisogna veicolare il messaggio e lo strumento per arrivare a più persone possibili. Ci vuole però la circostanza giusta, ma soprattutto la fortuna, e io ne ho avuta molta. Grazie a TikTok si ha la possibilità di arrivare a due milioni di persone, con un semplice video di 60 secondi.
Hai avuto paura di rinchiudere te stesso e la tua musica in quel recinto?
Il mio mondo prima era finalizzato a TikTok, ma ciò che voglio è fare brani miei e poterli cantare in giro. Poi che TikTok mi abbia dato la possibilità di avere un pubblico ampio, attraverso la mia produzione di cover, è innegabile. Utilizzavo lo strumento per cantare le canzoni che mi chiedevano i follower, ma anche per fare dei brani che mi piacevano e avere un feedback veloce. Non voglio mettere dei limiti, sia nella mia musica, sia nella produzione musicale su TikTok. Penso di essere abbastanza consapevole di ciò che sono e di ciò che voglio fare.
Sembra che tu abbia già scritto i prossimi passi del tuo percorso. C'è qualcosa in cui non ti senti sicuro, o che magari vorresti migliorare nella concezione della tua musica?
Io sono abbastanza determinato da questo punto di vista, quasi perfezionista. Se le cose non vengono come mi piacciono, vado un po' in paranoia. Sono abbastanza convinto dei pezzi che sto scrivendo e dell'Ep che voglio pubblicare. Una cosa in cui penso di voler migliorare è sicuramente la composizione, perché non sono un pianista al 100%, ancora non riesco a leggere bene la musica e questo è uno dei fattori che voglio migliorare. Così da poter spaziare anche al di là dei quattro accordi che utilizzo adesso, con cui comunque mi trovo benissimo.
Il successo ha cambiato qualcosa nella tua vita?
Nella mia vita personale no, non sono cambiato, anche perché non ne avrei motivo. Ho fatto un solo singolo, che è arrivato a tanti, ma è lunga la strada. Dall'altra parte è cambiata per me la consapevolezza nella musica, adesso non è più un passatempo, ma qualcosa a cui dedicarmi giorno per giorno. Era da tempo che sognavo di avere uno scopo, e sono fin troppo felice che sia la musica il mio.
Ti sei posto un obiettivo nel breve e nel lungo termine?
Vorrei far uscire il mio Ep, ma sicuramente il mio sogno è Sanremo.
Che titolo daresti oggi al tuo Ep?
Qualcosa di molto personale. Molto semplice, una o forse due parole. Adesso mi viene: "Adolescenza". Semplice ma che racconti cosa sono io, cosa sento.