Massimo Ranieri alle radici della musica napoletana: “Napoli è ancora in pieno fermento”
Continua senza sosta la riscoperta delle radici da parte di Massimo Ranieri che torna con un album, ‘Malìa – Napoli 1950-1960' , che lo vede ancora una volta al fianco di Mauro Pagani, che lo ha prodotto e con cui si trova ancora una volta in coppia dopo il bellissimo trittico formato da “Oggi o dimane”, “Nun è acqua” e “Accussi’ grande”. Questa volta il musicista napoletano, oltre a Pagani, però, si è discostato dalla rilettura world che aveva caratterizzato i precedenti e ha voluto circondarsi di alcuni dei massimi esponenti del jazz italiano – Enrico Rava (tromba e flicorno), Stefano Di Battista (sax alto e sax soprano), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli (batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso) -, con cui ha riarrangiato alcune perle tratte dall'enorme repertorio della musica classica partenopea:
"[Quest'album] mi ha dato l'occasione di non cantare pur cantando. Non cantando alla Ranieri, ma cercando di rifarmi a quelli che sono stati i miei maestri, vedi Modugno, vedi Calise che avevano un modo di cantare e di porre queste canzoni in una maniera molto diversa. Cantando queste canzoni ho voluto mettere un punto e aprire un'altra pagina, un altro argomento, un altro momento della mia vita; mi è piaciuto molto, non so se ci sono riuscito a stare appresso a questi grandi 5 musicisti, adeguarmi ed entrare nel loro mondo, ma paradossalmente sono entrati loro nel mio e io nel loro, ci siamo fusi l'uno con l'altro, non sono rimasto il cantante con l'impianto jazz, mi hanno aiutato molto, sono stati molto carini, hanno capito che ero un pesce fuor d'acqua".
Una scelta complessa tra piccole perle
Il risultato è sempre di ottimo spessore, come ci ha abituato quello che ad oggi è probabilmente uno dei grandi artisti a tutto tondo che l'Italia può vantare. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione di questo nuovo lavoro e ci ha spiegato le difficoltà di dover scegliere tra tantissime perle:
"La scelta dei brani è stata complessa perché sguazzi in un periodo che è piena di questa roba qua, di queste piccole perle. Sono state sempre considerate canzoni minori e invece non è vero, perché poi a riascoltarle e a cantarle mi sono detto che erano all'altezza delle grandi canzoni napoletane".
Napoli è sempre viva
Impossibile, poi non soffermarsi sul suo rapporto con la città e con la sua vivacità, che Ranieri dice di trovare ancora quando torna: una vivacità che trova nelle strade, ma anche nella musica che pare essere tornata allo splendore degli anni '70 e di alcuni dei grandi interpreti di quegli anni.
Sono stato a Napoli non più di un paio di mesi fa e non me l'aspettavo così viva, straordinariamente viva, meravigliosa, sembrava di essere tornati negli anni '70, in quel decennio meraviglioso di Pino Daniele, della Napoli Centrale, di De Piscopo, i Senese, degli Esposito, quegli anni meravigliosi, con una grande vivacità
I napoletani sono sempre avanti
E i napoletani? Ranieri non può dimenticare le sue origini, sempre presenti nelle sue dichiarazione e, ovviamente, nella sua musica e anche per i suoi concittadini ha parole d'orgoglio così come le ha avute per la musica, con un pensiero a Pino Daniele:
I napoletani sono cambiati come sono cambiati gli italiani, come è cambiato questo Paese, c'è chi va avanti e chi resta fermo al palo e i napoletani sono sempre avanti, non sono mai fermi, se si fermano è per bere un caffè, ‘na tazzulella ‘e cafè come avrebbe detto il mio amico adorato, poi continuano ad andare avanti a continuare la ricerca.