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Massimo Pericolo non è più quello di Scialla Semper: “La vita cambia e la racconto in Solo tutto”

Dopo il successo di “Scialla Semper”, Massimo Pericolo ha pubblicato il secondo album “Solo tutto” che vede la produzione di Crookers (e Nic Sarno) e i feat di Venerus, Salmo, Madame e J Lord. A Fanpage.it ha raccontato come cambia la vita e come si traduce in musica, di Kung fu e di Martina a cui è dedicato l’album.
A cura di Francesco Raiola
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"Quanto è difficile scrivere il secondo disco, soprattutto se col primo diventi ricco" canta Massimo Pericolo che dà il via con queste due barre al suo secondo disco "Solo tutto". Se è vero che il secondo è sempre più difficile, soprattutto se il primo, "Scialla Semper" è stato un vero e proprio fenomeno nel rap, la massima vale anche di più per uno come Alessandro Vanetti che nel suo esordio raccontava la sua vita prima del successo, quella della provincia e del carcere: "Voglio mostrare tutto,  il bello e il brutto della provincia. Ho vissuto prima i lati negativi e vedevo solo quelli, adesso, invece, ho un lavoro per cui chiunque si sarebbe trasferito in città vedo i lati positivi del restare qua in provincia" ha detto a Fanpage.it raccontando l'album prodotto da Crookers (con co-produzioni di Nic Sarno e Goedi) e coi feat di Venerus, Salmo, Madame e J Lord

Oggi però Vane è fuori da un pezzo di quella vita e ritrovarsi in questa condizione lo ha portato a una vita nuova che dopo uno spaesamento iniziale gli ha dato argomenti per creare "Solo tutto". "Son diventato grande anche senza sapere come qui i bambini fanno la guerra prima dell'amore" canta, invece, nell'attacco del secondo singolo "Debiti", in cui parla proprio del debito con chi gli era vicino già prima: "A che serve il rap se non sputi merda? O la mia vita perfetta mentre i miei fra' stanno di merda? Vorrei dare a chi c'è stato pure nei momenti brutti Ma tutti mi hanno aiutato e non riesco a aiutare tutti Dovrei pensare agli altri, però ci sono anch'io Che ho fatto quel che ho fatto perché l'ho fatto io". Insomma, a margine di un'intervista non sarebbe male leggersi i testi di Massimo Pericolo, perché è lì dentro che ci mette tutto se stesso.

Dal kung fu al rap

Dal sogno di diventare allenatore di Kung fu, che era la sua idea di realizzazione prima del carcere e del rap, fino a diventare uno dei rapper più rispettati del Paese ("Sono il meglio del momento ha detto Marra" sempre in "Casa nuova") con tutte le conseguenze che porta: "Con questo disco penso di aver detto tutto quello che volevo e potevo dire in un disco. Nelle canzoni ho già detto il 90% e quel 10% che non potresti dire non lo dici e nelle interviste non puoi dire quello che hai detto nella canzone. Dopo il tour con così tante date in poco tempo, una cosa nuova che non avevo mai fatto, ero abbastanza stressato, felice ma al limite a livello psicologico, quindi sognavo un periodo di tranquillità ed è arrivato con il Covid. Anche se è stata dura dopo, perché mi ha fatto sentire in un modo in cui mi ero sentito tante volte: l'isolamento, stare in casa, la mancanza di scambio ed esperienze come se la tua vita si fermasse".

Raccontare il cambiamento dopo Scialla Semper

Ma scrivere un secondo disco dopo "Scialla Semper", un lavoro così legato alla sua vita di prima, non è semplice. Vane, come lo chiamano gli amici, è cambiato e cantare all'infinito una vita non più sua è impossibile e non da lui: "Ho avuto la fortuna di avere il tempo e poter fare un altro disco con calma, però comunque con la paranoia di dover parlare di un periodo nuovo della mia vita senza averlo ancora vissuto: è cambiata troppo in fretta, sono passato dal niente a mille prospettive e non potevo né metabolizzarla, né viverla completamente perché c'era la pandemia. È una paranoia che ho avuto quella di dire di non poter più parlare come parlavo prima, perché quegli argomenti non mi toccano più così direttamente, allo stesso tempo non so neanche come parlare della mia nuova vita. Che poi in alcuni pezzi, in realtà, è stata l'ispirazione, sono riuscito ad affrontare un po' quel dilemma lì. In ‘Casa nuova' per esempio, il primo pezzo del disco, nella prima rima spiego tutto (‘Quanto è difficile scrivere il secondo disco, soprattutto se col primo diventi ricco'). Il secondo disco è difficile in generale, comunque, da scrivere, arriva in un momento in cui la tua vita è cambiata completamente, quindi non hai più quella sicurezza del tuo immaginario, che la gente ha imparato a conoscere, ha imparato a conoscerti, ti ha capito in fretta e anche la paranoia di non essere capito prima c'era, poi lì se n'è andata e ho detto "cazzo, mi conoscono, ma non sono più quella persona".

La dedica dell'album a Martina

"Secondo me quello che si guadagna lo possono immaginare tutti, al di là dei soldi, della fama, magari un po' di autostima in più" continua Massimo Pericolo che però corregge il tiro sull'autostima, spiegando che  anche per quello "c'è il retro della medaglia perché per un attimo perdi il tuo posto nel mondo: fino a quel momento ti sei identificato in un tipo di vita e di persona, quindi quando l'esperienza cambia, la vita cambia ti devi adattare e cambiare pensiero, il che non vuol dire rinnegare le idee di prima ma semplicemente che devi pensare di nuovo a tutto. Non è che non puoi più permetterti di fare delle cose ma comunque le fai in modo diverse". L'album è dedicato a Martina, un'amica che gli è sempre stata molto vicino ma che è morta l'estate scorsa: "Il disco è dedicato a Martina, un'amica che ho perso da poco, è morta a 25 anni, era di Brebbia e abbiamo trascorso parte dell'infanzia e tutta l'adolescenza insieme, anche il mio amore per il rap è stato filtrato da lei che mi ha prestato il cd di Marra quando c'erano ancora i cd. È stata una persona importante, quando era in clinica le avevo portato il repack di Scialla Semper e se l'ascoltava, le facevo sentire i vocali di Marra, quando dovevamo fare il pezzo e lei si gasava per questa cosa, continuando una cosa che sapeva da sempre che io sognavo, avendo la fortuna che lei non ha avuto di realizzarmi nella vita".

Sevizio di Simone Giancristofaro

Con la collaborazione di Vincenzo Nasto

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