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Massimo Fabrizi, figlio di Aldo, in fin di vita: ustionato a causa di una stufa

Mentre era in casa a scaldarsi davanti alla stufa, Massimo Fabrizi, compositore e poeta, figlio di Aldo, è stato avvolto dalle fiamme e ora è al Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma in prognosi riservata.
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Aldo Fabrizi
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Massimo Fabrizi, musicista (insegna pianoforte), compositore e poeta, figlio dell'attore Aldo (nella foto), ha avuto un incidente domestico e ora si ritrova ricoverato al Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. L'uomo, 82enne, infatti si è procurato ustioni di secondo e terzo grado a causa di una stufa. Il fuoco lo avrebbe colpito avvolgendolo nelle fiamme e costringendolo in ospedale dove, stando alle cronache, la situazione è abbastanza complessa anche se il musicista è in grado di comunicare con i parenti, ma solo tramite il telefono. Il Messaggero riporta le parole della figlia Laura che ha spiegato così l'accaduto: "Papà era in poltrona davanti alla stufa per riscaldarsi dal freddo di questi giorni ed è stato avvolto letteralmente dalle fiamme" constringendolo al ricovero in isolamento asettico e la prognosi è riservata.

Nel settembre scorso proprio le fiamme erano state protagonista nella vita della famiglia Fabrizi: in soli due giorni due incendi hanno colpito il ristorante di famiglia che confinava con l'abitazione in cui si è ustionato Massimo. L'uomo, qualche anno fa, ha raccontato il padre in un libro controverso, "Aldo Fabrizi, mio padre”, in cui Massimo, oltre a snocciolare alcuni aneddoti, come la doppia "z" del loro cognome, scomparsa in una delle prime locandine e mai più aggiunta, dipingeva il padre Aldo come un grande attore, ma un uomo dal carattere non semplice; a proposito dell'opera Il Giornale riporta un esempio proveniente dallo stesso Massimo che disse: "Non avevo sei anni e, durante una cena tra parenti e amici, rifiutai di bere un sorso di vino. “Nun me piace!”, azzardai. Era un mio giudizio. Lo schiaffo arrivò velocissimo (…).Questo schiaffo m’ha fatto conoscere l’altro lato del suo carattere, quello che non ammetteva che chicchessia esprimesse un giudizio personale ed esercitasse il proprio diritto al diniego, tanto più se era un bambino a dire no a un grande che stava offrendo".

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