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Massacro al rave in Israele, il manager degli artisti: “Un incubo, siamo fuggiti, sparavano a tutti”

Uno dei manager che aveva artisti al festival israeliano in cui si è compiuto il massacro da parte dei miliziani di Hamas ha raccontato cosa è successo.
A cura di Francesco Raiola
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Il manager di alcuni artisti che protagonisti del Festival che si stava tenendo in Israele al confine della Striscia di Gaza, attaccato da Hamas che ha provocato oltre 250 morti ha raccontato a Billboard quello che è successo in quelle ore e come è riuscito a mettersi in salvo. Raz Gaster è il manager di alcuni artisti che avrebbero dovuto esibirsi al Festival Parallelo Universo che si stava tenendo a Re'im, località scelta solo due giorni prima, quando erano stati costretti, per problemi logistici, a cambiare sede dell'evento. Come noto, ormai, durante il Festival, Hamas ha attaccato Israele con missili e incursioni e i combattenti hanno ucciso, ferito e rapito centinaia di persone che erano arrivate lì per partecipare ai concerti di musica elettronica.

L'evento, che era una costola del Festival nato 20 anni fa in Brasile, si chiama Supernova Sukkot Gathering e aveva portato migliaia di persone a ballare proprio vicino alla Striscia di Gaza. Persone che in un attimo sono passate dal divertimento alla paura, quando è partito l'attacco di Hamas e in pochi minuti tutto è cambiato: "Intorno alle 6:30 del mattino abbiamo iniziato a sentire le esplosioni – ha detto Gaster -. Siamo usciti dal backstage e abbiamo visto un vero e proprio bombardamento ovunque. C’erano centinaia di razzi e mortai che volavano da ogni parte ed esplosioni tutt’intorno a noi". Inizialmente è stato consigliato a tutti di sdraiarsi sul pavimento e proteggersi la testa ma pochi minuti dopo i poliziotti hanno intimato tutti a fuggire

È stato in quel momento, racconta l'organizzatore, che ha capito che la situazione era grave e così ha raggiunto l'auto che era vicino al palco e dopo essersi assicurato che i suoi artisti fossero anch'essi in auto, è partito. Si sono allontanati "guidando molto velocemente, senza fermarsi per niente, anche quando i missili stavano cadendo. Il mio istinto mi diceva di non fermarmi per ripararmi, di guidare e basta… Guidavamo così velocemente che non sapevamo nemmeno cosa stesse succedendo". L'obiettivo era raggiungere una villa che la produzione aveva affittato e che si trovava a circa 30km di distanza dal luogo dove si teneva il festival.

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Quello che è successo lo hanno saputo dalle persone che erano rimaste lì e che tramite telefono e messaggi gli avevano detto che venti minuti dopo che erano riusciti ad andare via erano arrivati i militanti di Hamas in motociclette e quad "con mitragliatrici, lanciarazzi, granate, massacrando chiunque potessero". Un'amica gli ha poi raccontato che dopo che l'autista della loro auto era morto, ucciso da una pallottola ha finto anche lei, per cinque ore, di essere morta: "La gente si nascondeva nei fossati, nei cespugli, nei boschi, ovunque tu possa pensare. Ricevevamo messaggi orribili da amici che dicevano: ‘Per favore aiutateci, stanno sparando alle persone accanto a noi'".

Anche uno dei partecipanti al festival ha testimoniato a Hareetz quello che è successo, confermando quanto detto anche dal manager. Il ragazzo, infatti, ha spiegato che erano stati avvisati che c'era la possibilità di lancio missili ma che l'attacco da terra con armi da fuoco è stato uno shock. Anche lui, come gli altri, ha cercato di scappare in auto ma i militanti di Hamas hanno sparato contro chiunque tentasse di fuggire: "Molte persone sono state colpite: "Le persone sono state colpite. Ci siamo nascosti. Tutti sono scappati da qualche altra parte".

Sul posto, come sempre, c'erano anche militari israeliani che hanno tentato una strenua difesa: "Sono stati i primi a cercare di dare assistenza combattendo… Siamo israeliti, quindi la maggior parte di noi ha esperienza militare, e alcuni dalla produzione sono riusciti a uccidere alcuni terroristi a mani nude e con le loro armi". Gaster ha anche raccontato: "Abbiamo iniziato a vedere video sui social media di ostaggi e persone che conosciamo rapite e corpi che potremmo riconoscere [come] nostri amici. Molti amici sono ancora dispersi e non sappiamo ancora dove siano". Gaster ha chiosato dicendo: "Siamo una comunità pacifica, siamo una comunità musicale, lo facciamo per creare divertimento. Volevamo solo ballare, divertirci e goderci la musica insieme, e tutto si è trasformato in un incubo".

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