Marco Mengoni: “In questo momento di cambiamento ho voluto i miei genitori al mio fianco”
Marco Mengoni sorride spesso, gliela si legge in faccia la soddisfazione per "Materia (Terra)", per l'impegno messo, per il significato profondo di quest'album che ha segnato un ritorno alle radici. Lo spiega spesso, e a Fanpage si ferma un attimo a unire i puntini che dall'isolamento della pandemia porta all'essenziale, nella musica e nella propria vita, perché "quando c'è una privazione forzata ritorni a cose come la solidità e l'equilibrio" che ha ritrovato nelle origini, alle radici, in quelle della musica black e in quelle dei genitori, parte fondamentale di questo ritorno discografico. L'occasione per chiacchierare con Mengoni è stata quella che qualche settimana fa lo ha portato a Roma e Milano a incontrare i fan: "Tornare su un palco è strano, non mi ero reso veramente conto di questi due anni, me ne sono accorto quando ho sentito un applauso e il silenzio nell'ascoltare. È bello, bellissimo anche perché per la musica è stato un colpo durissimo, per noi, certo, ma per tutte le persone che ci lavorano".
Mengoni era in pausa, aveva previsto di prendersi un po' di tempo per scrivere il nuovo album, eppure l'isolamento forzato ha comunque avuto un effetto di privazione su di lui: "Nonostante dovessi scrivere il disco e non avessi date o concerti è stato strano perché è stata comunque una privazione, per esempio, se mi fossi sentito a un certo punto di uscire con qualcosa o fare qualcosa da condividere col pubblico non avrei potuto farlo – ha spiegato a Fanpage -. Mi è dispiaciuto perché la musica viene messa sempre un po' agli ultimi posti della classifica quando si decidono delle cose, però ho capito che invece è importantissima, per noi e per chi ci ascolta".
Questo lungo momento di stop gli è servito per capire dove scavare, e scavando scavando è arrivato al nocciolo della questione, a quel bisogno di comfort e protezione che alla fine ti danno gli affetti più cari: "Quando c'è una privazione forzata e hai molto tempo a disposizione per riflettere, per forza di cose, essendo animali sociali, ritorni a quelli che sono la solidità e l'equilibrio. Per me solidità ed equilibrio sono origine, e quindi radici, casa, che non è per forza famiglia, ma è anche quello. È una situazione in cui ti senti comodo, protetto, tranquillo, che può essere anche il tuo studio di registrazione e per questo ho voluto mettere, nel primo disco che è uscito, tutto questo".
"Materia (Terra)", primo capitolo di un progetto più ampio, ha portato Mengoni a confrontarsi con una musica che ama e che in qualche modo ha sempre influenzato quello che ha fatto: "Il soul e in generale la musica afroamericana sono la radice del mondo, proviene da ritmi antichissimi, si è modificata, ha fatto sì che pezzi di mondo si aggiungessero a essa e ha una base di spiritualità fortissima – ha spiegato -. La musica soul per me è casa, perché quando l'ascolto ritrovo un centro, mi mette sempre in posizione di riflessione, la mia anima si accende e si fa anche un sacco di domande, secondo me la Cultura in generale e la musica devono anche fare questo, devono far riflettere, pensare”.
La casa, però, non è solo metaforica, anzi. Casa è famiglia e la sua famiglia non poteva non essere presente nell'album: c'è la madre a cui è dedicato l'album e una canzone in particolare ("Luce"), il papà, protagonista del video di "Cambio un uomo", c'è il nonno Sestilio che negli anni Io ha accompagnato verso il bisogno di rispetto nei confronti della Natura: "C'è tanta famiglia in quest'album, parliamo di radici e una delle radici – anche più ingombranti alcune volte – è proprio la famiglia. Ho dedicato una canzone a mia mamma; nel primo video, ‘Cambia un uomo', c'è mio padre, sono le persone che amo di più, quindi dovevano essere in questo momento della mia vita, in questo momento di cambiamento e crescita, in cui mi sono messo molto a confronto con me stesso” Ei genitori di Mengoni erano anche in platea al Teatro Quirino, dove ha incontrato i fan a Roma: "Dovevano essere presenti e dovevo un po' dedicare loro queste canzoni, questo momento, anche perché quando c'è una crescita mi viene istintivo pensare ai miei genitori, a quanto sono cresciuto, a tutto l'imprinting, tutti i valori e la stabilità che mi hanno dato, ma dall'altra parte anche la non stabilità, la libertà di scegliere che fare nella mia vita, perché non mi hanno mai ostacolato". Ora ad aspettarlo ci saranno i fan negli Stadi (il 19 giugno allo Stadio San Siro di Milano e il 22 giugno allo Stadio Olimpico di Roma) anticipati dalla data zero il 14 giugno al Parco di Villa Manin (UD).