Maneskin, Damiano per l’Ucraina: “Scendiamo dalla sedia del privilegio”, ma niente Fu*k Putin
Il ritorno a casa dei Maneskin, che hanno suonato nuovamente in Italia, all'Arena di Verona, a due anni e mezzo dall'ultima volta, ha confermato la band come una macchina da live con ampi margini, ancora, di miglioramento. Oltre un'ora e mezza di spettacolo, con un repertorio che ha spaziato tra esordi e cover, riprendendo un po' anche quanto era successo al Coachella poche settimane fa quando Damiano aveva scandalizzato alcuni urlando un "Fuck Putin" da uno dei palchi più importanti al mondo per un musicista.
A Verona, il frontman ci ha tenuto a ribadire il concetto, anche se lo ha fatto con toni meno duri, pur riproponendo un riassunto del monologo di Chaplin ne Il Grande dittatore e facendolo in inglese, davanti a 12 mila fan a cui aveva chiesto un attimo di silenzio. Prima di cominciare a recitare il testo ha voluto introdurlo parlando del privilegio di chi vive una vita lontano dalla guerra: "Ci sono momenti in cui dobbiamo scendere dalla sedia del privilegio e usarlo per aiutare chi non ce l’ha e a proposito di questo c’è discorso fatto molto tempo fa, però per questo mondo strano è più attuale che mai" ha detto Damiano prima di cominciare a declamarlo.
Ovviamente questo momento, come successo negli States, è stato il preludio all'esibizione di "Gasoline", la canzone scritta per la campagna #StandUpForUkraine e al momento ancora non presente su nessun supporto, ascoltabile, quindi, solo ai concerti o nei video tratti dai live, appunto. Damiano ha ribadito la propria posizione di sostegno all'Ucraina, contro il Governo russo cantando con una bandiera gialloblu che ha sventolato in giro per il palco prima di avvolgerci anche l'asta del microfono e chiudere così la prima parte del concerto veronese. Nei giorni scorsi la band aveva annunciato il tour mondiale che escludeva proprio la Russia.