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Malika Ayane e il Marocco ai mondiali: “Dai commenti alla festa ho capito che c’è ancora razzismo”

La cantante, nata da padre marocchino e madre italiana, racconta dal suo punto di vista il sogno dell’impresa del Marocco ai mondiali dopo la vittoria con il Portogallo: “Servirà a tanti, è una botta di autostima”.
A cura di Andrea Parrella
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Sono trascorse poche ore dalla vittoria del Marocco contro il Portogallo ai Mondiali in Qatar e l'incredulità è, per certi versi, ancora dilagante. La vittoria della compagine marocchina dà per la prima volta accesso a una squadra africana alla semifinale di un campionato del mondo di calcio. Un successo che ha avuto riverbero non solo in patria ma nei tanti Paesi europei e non solo in cui sono presenti folte comunità marocchine. Ad esempio l'Italia, dove in molte città la vittoria del Marocco è stata succeduta da festeggiamenti nelle varie piazze, anche criticati per alcuni danni provocati.

A rispondere alle critiche è Malika Ayane: "Mi sono resa conto dai commenti dei festeggiamenti, che nel Paese c'è ancora razzismo". La cantante milanese nata da padre marocchino e madre italiana che ha parlato a Repubblica delle sensazioni che vive in queste ore: "Ho 38 anni, appartengo alla prima parte di generazione di marocchini nati a Milano. Da allora ne sono nati di bambini in Italia, e ancora non sono riusciti ad avere la cittadinanza. Appartenere a un popolo che sta vincendo e avere un riconoscimento positivo, è una bella soddisfazione per chi si è trovato ad affrontare un percorso faticosissimo". Malika Ayane si dice convinta che questo successo sportivo porterà a delle conseguenze: "L'impresa del Marocco servirà a tanti, è una botta di autostima". 

E non mancano le speranze che l'avventura della squadra possa andare avanti. Dopo aver buttato fuori dal mondiale le favoritissime Spagna e Portogallo, ora c'è lo scoglio enorme della Francia, campionessa uscente: "C'è il sogno, è vero, ma stanno giocando bene. C'è un portiere che non fa passare niente, tecnicamente è un bel calcio. Speriamo che non scattino l'ansia e la paura ma che sia una bella partita, di quelle da missione impossibile".

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