I siti che pubblicano i testi delle canzoni a rischio chiusura
Quanto valgono le parole delle canzoni che amate? Non poco, anzi. E anche queste come le stesse canzoni, o come i libri che leggete sono coperte da copyright. Molto probabilmente il sito che solitamente consultate per leggere i testi delle vostre canzoni preferite non ha i diritti per pubblicarli. Lo sanno un po' tutti, ma David Lowery, ricercatore all'Università della Georgia, ma meglio conosciuto come l'ex componente dei Camper Van Beethoven e per la polemica con Pandora (quello sui "16 dollari per il milione di ascolti"), tramite un algoritmo ha stilato una classifica dei siti più importanti che pubblicano lyrics senza permesso traendone vantaggio dalla pubblicità.
La cosa ha fatto drizzare le orecchie a David Israeliti, Presidente della National Music Publishers’ Association che rappresenta migliaia di editori, che qualche giorno fa, dopo aver spiegato che ci sono 5 milioni di ricerche su Google riguardo i testi, ha sostenuto che "questi siti hanno violato la legge e approfittato dei cantautori", ma, specifica che la sua "non è una campagna contro i blog, i siti dei fan o i molti siti che forniscono i testi legalmente", piuttosto contro quei !50 siti che conducono un eclatante comportamento illegale". I siti erano quelli segnalato da Lowery nella sua ricerca.
Quello di cui si è maggiormente parlato è Rap Genius, ovvero uno dei siti di lyrics più famoso al mondo (partito dai testi rap per aprirsi ad altri generi e interessi, come la letteratura), anche per la sua formula partecipativa, che permette alla community di aggiungere testi, editarli e spiegarli e con cui collaborano tantissimi artisti. Un'azienda che l'anno scorso aveva visto un importante investimento di 15 milioni da parte dell'imprenditore della Silicon Valley Andreessen Horowitz.
La lotta alla pirateria, quindi, si è spostata dal campo prettamente musicale (ma questo merita un discorso a parte) a quello dei testi. Mentre il primo fenomeno è stato attenuato dall'arrivo dello streaming e le dinamiche che ha portato con sé, il secondo è vivo, vegeto e non molto combattuto, o almeno non lo era fino a pochi giorni fa. Rap Genius inizialmente si era difesa spiegando che mentre gli altri siti pubblicavano i testi e basta loro si servivano del crowdsourcing per dare spiegazione ai testi e spiegare le strofe verso per verso trasformando un mero sito di testi in una pagina "interattiva, vibrante, creata da una community di volontari".
Che Rap Genius sia un sito diverso è evidente, che sia amato anche dagli stessi autori che defrauderebbe anche (quest'articolo vi spiega qualcosa in più), ma la legge è legge e se c'è un copyright da rispettare un sito del genere non può far finta di niente. Ma c'era una cosa che non sapevamo e che guarda caso è spuntata in queste ore, ovvero che il sito ha chiuso un accordo a cui stava lavorando da tempo con la Sony (che detiene il 31% del mercato globale) e pare abbia deciso di mettersi in regola con la legge. La Sony non sarebbe l'unica etichetta con cui RG si starebbe mettendo in regola e stando a un comunicato uno dei fondatori, Tom Lehman, avrebbe detto che il loro rapporto con gli artisti "non può che crescere".
Il problema fondamentale dei testi, comunque, come riporta anche Billboard è la frammentarietà della paternità, perché spesso le canzoni appartengono a più persone. Ma state tranquilli, così come avete continuato ad ascoltare i vostri album preferiti nel periodo d'oro della pirateria, allo stesso modo continuerete a leggere i testi dei pezzi. Rap Genius si sta mettendo in riga, anche per la sua voglia di crescere e diventare il più forte competitor nel campo sia perché lo stesso Israelite ha ammesso di non voler cominciare una guerra 8che forse non porterebbe vincitori, ma solo un enorme spargimento di sangue): "Vogliamo semplicemente – ha detto – che coloro che stanno facendo soldi con i testi diventino partner con i cantautori che creano il materiale che sta alla base dei loro siti".
Ecco la lista dei 50 siti (via)