Lo Schiacciacuore di Nina Zilli: “Stiamo perdendo l’empatia, così distruggiamo la Natura”
"Schiacciacuore" è il titolo dell'ultimo singolo di Nina Zilli feat Nitro, un brano che dal titolo potrebbe far capire qual è il tema affrontato. Eppure l'amore è solo una delle due letture possibili, perché la cantante, da tempo impegnata sul fronte della difesa dell'ambiente, ha voluto dare un doppio significato al testo, che diventa anche un grido al bisogno di rispetto della Natura. I riferimenti all'Amazzonia e al virus gli danno anche una connotazione temporale per quanto riguarda la scrittura.
Quando ha cominciato a scrivere Schiacciacuore?
Stavo scrivendo già da un po' il disco nuovo, che comunque è una cosa che mi prende abbastanza tempo perché faccio tanta ricerca sonora, e alla fine sono uscita con una canzone che ho scritto pochissimo tempo fa, all'inizio dell'isolamento. Una canzone che a un primo livello di lettura è una canzone d'amore – poi ovviamente ognuno ci vede quello che vuole, alcune canzoni non so spiegarle, io le scrivo ed è bello che ognuno ci legga quello che vuole – e a un secondo livello di lettura parla di questa Madre Natura in tuta da ginnastica, che si lamenta un po' per come la stanno maltrattando.
Un tema molto attuale e complesso che hai scelto di raccontare con un testo molto leggero, come mai?
Sì, il testo è molto sbarazzino, molto leggero, così come l'arrangiamento, credo sia una risposta a quello che stiamo vivendo e abbiamo vissuto. Un periodo che da un lato ha avuto dei momenti positivi, nel senso che abbiamo potuto riprendere in mano parti delle nostre vite che non avevamo più modo di gestire, però dall'altra parte è stata proprio dura, poi io sono di Piacenza, una delle città più colpite e vivo a Milano, quindi l'ho vissuta abbastanza intensamente con alti e bassi e i bassi erano molto bassi. La canzone è un po' quella della rinascita, con arrangiamento così leggero che ti dà più sensazione di freschezza che di qualcuno che si sta lamentando: ovviamente è tutta una questione inconscia, non faccio tutti questi ragionamenti quando scrivo.
Il doppio livello nasce dal principio così o lo hai aggiustato dopo?
No, assolutamente no, molto spesso mi capita di farmi autoanalisi alla fine del testo. Certe volte delle frasi escono da sole perché è il suono che le chiama, forse quella nota mi ha riportato quella parola e quella parola ha un significato a livello inconscio. Mentre le scrivo non vado alla ricerca, al massimo certe volte decido il tema. Per tornare alla tua domanda, neanche io avevo idea, quel famoso secondo livello l'ho iniziato a intravedere quando il testo ha cominciato a prendere forma.Paradossalmente siamo partiti da una mia poesia che cominciava dicendo "Mi hai schiacciato il cuore tre volte".
Mi parli di quel riferimento all'Amazzonia, che apre tante porte: virus, ambiente, Bolsonaro. Quello immagino sia volontario, no?
Questa frase sull'Amazzonia è venuta perché cercavo di codificare in un linguaggio qualcosa che significasse un disastro, quindi quella parola è arrivata per quello che ti dicevo, ovvero che man mano che scrivi queste parole la canzone si definisce da sola, quindi automaticamente segui l'onda. C'è una seconda strofa, che sentirete prima o poi, che è una risposta alla tua domanda: lì abbiamo fatto una fotografia, infatti dice "Madre Natura in tuta da ginnastica con le labbra che sono isole di plastica", insomma, siamo andati più nello specifico.
E Nitro come è entrato in questo flusso?
Nitro è passato in studio proprio mentre finivo di cantare questa strofa e il giorno dopo avrei dovuto mixare e questo ti dà l'idea di come è nata questa canzone: ero io al piano facendo un riffettino e la canzone è sbucata da sola, così come è sbucato da solo il feat. Non è stata una richiesta, Nitro è capitato nel posto giusto al momento giusto.
In che modo il fattore sociale entra nella tua musica?
Credo che la differenza la faccia l'essere cantautore o interprete, se sei interprete canti alcune canzoni perché ti arrivano e le senti tue, se sei cantautore assorbi tutto, anche quello che non vuoi e inevitabilmente lo ributti fuori sotto forma di note o parole. Questa cosa succede nei miei dischi dalle prime canzoni scritte alle ultime. Il disco scorso era un disco che si concentrava sul bisogno di amore universale perché forse tutti questi social sono spesso socialmente inutili, stiamo perdendo l'empatia e si sente nelle cose che succedono a livello globale, nell'economia e le situazioni disastrose di questi ultimi giorni sono l'ennesimo tassello che si va ad unire a una situazione problematica che è quella legata all'economia di oggi. Credo che da oggi bisogna ricominciare a riorganizzare le cose in tutti i settori. E purtroppo a volte tutta questa informazione è disinformazione, quindi dobbiamo veramente imparare a stare attenti a controllare le fonti ed essere sempre coscienti, a guardarci intorno, soprattutto oggi che è più facile, basta andare su Google.
Insomma, torniamo sempre al discorso tra consapevolezza e accesso alle informazioni, giusto?
Ricordo che quando volevo vedere un concerto di Otis Redding dovevo telefonare a un amico che dopo mesi recuperava la videocassetta chissà dove e finalmente arrivava a me. Oggi siamo fortunati, abbiamo tante possibilità in più e dovremmo recuperare l'empatia e anche il rispetto per l'ambiente, perché siamo ospiti e come tali dobbiamo rispettarlo anche per non uscirne male. La Natura più volte ha dato esempi della sua superiorità, ma anche a livello umano: siamo nel Medioevo digitale e stiamo pagando le conseguenze, tutto l'odio dei social, questa tonnellata di fake per orientare l'opinione pubblica…
Altro tema che torna spesso: quindi l'artista ha una responsabilità?
È il mondo che deve cambiare, stiamo vivendo un cambiamento da tutti i punti di vista, che sia climatico o tecnologico, sociale, sis ente l'esigenza di quello stacco che forse ci fu dal Medioevo al Risorgimento e credo che questo sia il momento. Non sono solo gli artisti che devono far sentire la propria voce ma siamo tutti noi cittadini del mondo, indigniamoci, poi tutte le categorie che hanno la fortuna di avere un megafono possono impegnarsi se credono in una causa da supportare. È importante farsi sentire, l'importante è che sia vera e tutti possiamo farlo, ma dobbiamo farlo uniti.