Live Kom 014: Vasco Rossi conquista Roma con la “svolta metal”
Se non si è mai assistito a un concerto di Vasco Rossi, difficilmente si può capire l'energia che il cantante riesce a trasferire al proprio pubblico. Un pubblico fedele, che lo ama e lo segue ovunque, riempendo puntualmente tutte le date, come successo anche ieri per la prima delle sette date (tre romane – record per l'Olimpico, che non aveva mai ospitato tre concerti consecutivi di un cantante – e quattro milanesi) del suo "Live Kom 014" che può contare da tempo il tutto esaurito, un po' come avviene sempre da 20 anni a questa parte. Vasco aveva promesso cambia-menti e oltre alla testa rasata, sul palco si presenta in versione metal, perché "Vasco è un duro che dura", come dice lui stesso che si è dovuto riadattare anche nel cantato, oltre che nell'esercizio fisico, come ha mostrato nei giorni scorsi sul suo Facebook, suo principale mezzo di comunicazione con i fan. La divisa di ordinanza, questa volta, prevede, oltre al nuovo taglio, anche il giubbotto d'oro metallizzato, jeans e scarpe tennis e una scenografia che prevede una enorme "V" da cui tutto parte. Una "vagina" che tutto ingloba, scherza Vasco prima del concerto, quando commenta il palco assieme ai suoi compagni di viaggio. Un Vasco rilassato, quello che aspetta questo esordio, che scherza con tutti preparandosi al bagno di folla, prima di dare il via alle danze con una scaletta enorme che prevede 27 canzoni per due ore e mezzo di concerto complessivo in cui il cantante ha dato spazio a tutto il suo repertorio, cercando di far trasparire quei cambiamenti a cui è molto affezionato in questi ultimi tempi.
Non solo le grandissime hit, che ovviamente, non mancano, ma anche gli ultimi successi a cui tiene tantissimo e che ha restituito a un pubblico impazzito assieme ai suoi sodali Stef Burns, alla chitarra, e Claudio Golinelli (Il Gallo), al basso, con una sezione ritmica completata dai nuovi Vince Pastano, alla chitarra e Will Hunt , lo straordinario batterista preso in prestito dagli Evanescence, oltre agli altri fedelissimi Alberto Rocchetti alle tastiere, Frank Nemola alla tromba, Andrea Innesto (Cucchia) al sax e cori e, unica donna, Clara Moroni ai cori.
Il la è dato da uno dei pezzi più amati del Komandante, "Gli spari sopra", ma la prima parte del concerto, dura e tirata, proprio come Vasco voleva, è affidata ai pezzi come "Muoviti!", "La fine del millennio", "Come stai", "Manifesto futurista …", insomma non proprio i grandi classici, che però arriveranno col passare del tempo, quando Vasco comincia a cacciare dal cilindro un medley rock a base di "Cosa vuoi da me", "Gioca con me", "Delusa", "Mi si escludeva", "Asilo", fino a "Liberi liberi", ma c'è spazio oltre che per i suoi ultimi due successi "Cambia-menti" e "Dannate nuvole" anche per due ripescaggi del repertorio "Strega" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" oltre a "C'è chi dice no", "Stupendo" e ad "Albachiara" con cui chiude la serata ("Non è un addio, è un arrivederci"). Una scaletta, quindi che rispecchia i cambiamenti di Vasco che, questa volta, però lascia da parte l'introspezione per dar spazio al lato duro. Almeno fino ai bis, quando Vasco torna ai classiconi e il pubblico può lanciarsi nel tripudio dato da “Sally”, “Siamo solo noi”, “Senza parole” e “Vita spericolata”.
È tutto enorme, come sempre accade durante i concerti di Vasco e oltre alle 2 "V" enormi, il cantante può muoversi su un palco di 800 mq, con una passerella a forma di "V" di 51 mt per una superficie di 140 mq che penetra nel pubblico, che si ritrova ad avvolgerlo e 3 maxischermi e un gioco di luce fatto di led e giochi laser. "Tenete duro", dice, in chiusura, Vasco al suo pubblico. Tenete duro anche voi, che a me, pare dire, ci penso io alla grande!