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Libera Velo, in “Malata immaginaria” canta i problemi delle donne affette da malattie autoimmuni

Libera Velo torna con un nuovo singolo, “Malata immaginaria”, che parla di sé e di tutte le donne affette da malattia sistemica autoimmune e delle conseguenze sociali di queste che alcuni considerano, appunto, immaginarie e non è casuale la scelta di pubblicarle nella Giornata contro la violenza sulle donne.
A cura di Francesco Raiola
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Si chiama "Malata immaginaria" la nuova canzone di Libera Velo, la cantante napoletana che torna con il singolo che anticipa l'album "‘A sguarrona", di prossima uscita. Esce oggi, nella Giornata contro la violenza sulle donne, perché parla di Malattia Rara Sistemica Autoimmune femminile (Lupus Erimatoso, Sclerodermia, Artrite Reumatoide o psorisiaca, Fibromialgia, Aps) e di come la donna, spesso, venga ghettizzata per questa ragione, accusata di essere appunto una malata immaginaria

Ciao Libera, “Malata immaginaria” è il tuo ritorno discografico, un ritorno con un messaggio forte… Spesso malattie come fibromialgia, lupus – che sono prevalentemente femminili (sic) – sono talvolta usate contro di loro, accusate, appunto, di essere malate immaginarie. Qual è stata la tua esperienza?

Sì hai ragione, un’anteprima decisamente forte, dissacrante e satirica! Ho deciso l’anno scorso con l’aiuto impagabile di un gruppo di amici musicisti (Antonio Alfano amico coautore alle chitarre, l’amico Peppe Sabbatino alla batteria e my sister Dub Marta/Marta Riccardi da Londra al basso e infine il mio amico trombettista alchemico zio Ciro Riccardi) ed il supporto/sponsor dello storico negozio di dischi Fonoteca, di registrare in completa autoproduzione artistica (senza label e senza fronzoli romantici) con Fabrizio Piccolo al Trail music lab, “Malata immaginaria”, la prima AnarcoSong delle 11 che troverete nell’album di prossima uscita; l’idea era spinta dagli innumerevoli problemi di salute che avevo avuto negli ultimi 10 anni e dal modo “rock’n roll” e anarchico col quale ho affrontato in prima persona da “Performer/Pazza”, attivista storica e vocal coach del Popolo, i variegati spaccati della vita stressante da “cavie” che molte di noi donne campane, affette da patologie “sistemiche”, siamo costrette a fare! Le inadempienze regionali ghettizzanti sono enormi e in maniera diretta vorrei precisare che basterebbe eliminare alle pazienti lo stress amministrativo e burocratico per rendere migliore il nostro stile di vita di Sistemiche, Reumatiche, o Donne affette da patologie Rare e rendere meno dura la vita familiare e lavorativa!

L'atavico problema della Sanità in Campania?

La Campania è un centro medico e di ricerca da secoli secolarum e i Medici sono tra i migliori della Penisola, ma il sistema “Intra Moenia” ha amplificato in negativo una classismo nella sanità nostrana, imperante anch’esso da secoli. Il Divario sociale in Campania tra chi può curarsi in intramoenia e chi non può o non vuole per etica (nel video il passaggio Antirazzista con l’amico ADAM BA si riferisce anche a questo), è ancora oggi smisurato e disegna un’ inciviltà che ho potuto rilevare andando fuori dalla Campania a curarmi per un anno. Io sono una donna combattiva e ho molto aiuto dal mio nucleo relazionale e non ho mai accettato di prendere psicofarmaci perché ho sempre creduto nel potere “miorilassante” della Canapa Terapeutica, della Musica, del Canto e dello Yoga e mi sono affidata alla medicina tradizionale con ottimi risultati (per mia fortuna ed intelligenza d’azione); con questa canzone vorrei incitare a non accontentarsi del solito, burocratico, lento, sistema di informazione sanitario regionale; purtroppo la Campania resta ancora molto arretrata sull’aiuto reale in comunicazione web, amministrazione e diritti dell’ammalata/o, sportelli d’ascolto e antiviolenza e sulla formazione dei Medici di Base e Farmacisti galenici su tali patologie rare/croniche e terapie nuove, sul concreto aiuto psicologico necessario a pazienti e famiglie, in un clima così teso di Autoimmunità e malattie oncologiche Ambientali. Il Medico è spesso alleato del paziente, ma in un habitat del genere è difficile fare il proprio lavoro con serenità. Vorrei chiedere pubblicamente attraverso il vostro canale di informazione, una maggiore scioltezza nella prescrizione dei piani terapeutici per la canapa e sportelli di coordinamento amministrativo, visto che le ASL non sono utili e anzi ho spesso protocollato le angherie subite da paziente da incompetenti burocati! Le pazienti non possono occuparsi della macchina burocratica, ci deve essere una via operativa uguale x tutte/i!

Qual è stato il principale problema che hai dovuto affrontare? E quanto sei stata costretta a stare artisticamente ferma per colpa della tua malattia?

Di fatto ho suonato per un bel po’ durante la terapia immunosoppressiva nel mio secondo tour con il disco “Rizoma contro Albero”; la cosa più snervante fu spiegare continuamente che non ero dimagrita per mettermi in “tiro”, come si può notare dalle foto che mi ritraggono live di quegli anni, ma che i farmaci erano forti e che le aspettative di tutti intorno a me (famiglia, lavoro, amici) mi stressavano e mi sfiduciavano, anziché incoraggiarmi! Nessuno spiegava loro la situazione. Ho capito che da sola dovevo informarmi, auto curarmi e aiutare anche la mia famiglia a reggere il colpo ed essere utile alle Donne nelle mie condizioni con la mia consapevolezza e con "L’Energia Vocale” (il mio metodo di ripristino del Respiro/Voce che pratico come coach da 11 anni).

Ma non è stato facile, come spiegavi prima…

No, la burocrazia e la disorganizzazione amministrativa della Sanità regionale sono state la ciliegina sulla torta: giornate intere ad occuparmi delle scartoffie per l’invalidità, per i codici esenzione, per ricette scorrette o visite con file interminabili, senza un coordinamento o aiuto sociale e senza competenza in nessun luogo amministrativo che frequento. Ho trovato grande preparazione solo nei Medici e paramedici, ma non sono aiutati nel fare dignitosamente il proprio lavoro etico, perché costretti spesso ad occuparsi di cose amministrative! Poi ci sono i baroni e le baronesse della Medicina, quei dottori che vanno avanti a visite intramoenia a 250 euro a visita e purtroppo conosco molti napoletani che fanno i debiti pur di andare privatamente, anziché lottare per migliorare la sanità pubblica!

Cosa bisognerebbe fare, insomma?

Ci vuole uno sportello di coordinamento nel centro storico urgentemente, stiamo aumentando a dismisura! Da madre e donna vorrei che ci fosse anche uno screening familiare genetico per alcune patologie potenzialmente trasmissibili, come in tutte le società civili! MI sono dovuta fermare un po’ perché intorno non c’era un ausilio idoneo a farmi continuare…ma non ci si dovrebbe mai fermare! La musica è una autoterapia e se avessimo più garanzie lavorative potrei tranquillamente suonare senza sosta, come molte mie colleghe Madri o Affette da patologie in altri Paesi!

Non è un caso che hai voluto far uscire il singolo nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, immagino…

Sono un’attivista/autrice femminista e antiglobale dagli anni ‘90! Credo solo nella Giustizia Sociale e non ho altri stimoli se non di spinta verso il miglioramento della Barca che noi Popolo condividiamo! Essere Donna, gay o trans in “terra italica” è sempre più difficile, perché non c’è mai stata un’attenzione sull’educazione di genere! Anche nella malattia si svela il grande maschilismo e fascismo eterno del paese e gli scarsi investimenti economici e sociali nel nostro amato Sud! Vivo in prima persona l’esperienza di Malattia Rara Sistemica Autoimmune femminile e ho voluto, con questa canzone neorealista, buttare fuori come in un Outing temporale ed universale la sensazione perenne e secolare della donna affetta da simili patologie (Lupus Erimatoso, Sclerodermia, Artrite Reumatoide o psorisiaca, Fibromialgia, Aps etcetc) di essere invisibilizzata e ghettizzata dalla società e spesso dalla stessa famiglia, in una complessa rete di ignavia maschilista e burocratica, che quasi avalla nei comportamenti il sacrificio femminile come un dovere, il non poter lavorare , come una conseguenza “non grave” per la donna (Oriente pieno!). Donne, spesso molto giovani, trattate per anni da “Malate immaginarie” con una diagnosi precisa che tarda ad arrivare (perché le manifestazioni sono sistemiche e irregolari) spesso ahimé vengono sedate, ancora oggi nel 2018, con psicofarmaci obsoleti e dannosi, meglio la canapa terapeutica per tutti.

Anche i luoghi in cui è stato girato il video non sono casuali, giusto?

“Malata immaginaria” racconta a modo mio la scena Socio/Sanitaria femminile Campana che da sempre ha luoghi e figure di riferimento in un sottobosco quasi esoterico in bilico tra sacro e profano, come spesso accade nella Storia Napoletana. Il videoclip è girato tra il Centro Sociale Scugnizzo Liberato al quale sono legatissima (Ex Carcere Minorile Filangieri), il Trail Music Lab e il MUSA, Museo Universitario delle Scienze e delle Arti, ubicato nei pressi dell’Ospedale degli Incurabili, grande centro di cura e riferimento per le patologie Rare soprattutto femminili in Campania dal ‘700 ad oggi. Luoghi come “L’Orto dei Semplici”, “l’Albero delle guarigioni” e ”L’Antro Alchemico” sono “riecheggiati” nel video ideato insieme alla amica e coraggiosa regista Elena de Candia (Io ed Elena non siamo mai riuscite ad avere il permesso di girare negli “Incurabili” nonostante interminabili trattative)

Malata immaginaria anticipa l’album “’A Sguarrona”. Chi è ‘A Sguarrona?

A Sguarrona è una Donna/Satira! È una figura contemporanea della Commedia dell’Arte da me escogitata che non ha peli sulla lingua e dice sempre ciò che pensa. Io rivendico, con questo personaggio femminile, la libertà della donna laica del Sud di essere vera, ribelle, goliardica, satirica e prosaica. Un enore ringraziamento va ad una mia Maestra di Strada e Musica, Antonella Monetti alias Dolores Melodia, con la quale ho avuto il piacere di sperimentarmi in un repertorio napoletano da Viviani a Ria Rosa passando per i Neomelodici e capendo che dentro di me maturava lentamente ‘A Sguarrona! Altro versante importante per me sono state le crews di amici e d’amiche collezionisti di vinili caribici che mi hanno accolta come una Zia/sorella alle loro serate autorganizzate e i Punk e le Punk della mia città, sempre pronti a darmi riparo umano nei momenti difficili! Quindi, anche grazie all’amico Roberto De Rosa (Fonoteca) che ha sempre creduto nella mia immaginazione, ho messo nel mio frullatore temporale le cantanti di inizio ‘900, le Nonne del Femminismo, (Ria Rosa e tante altre…) e la musica Caraibica antirazzista e studiando è venuto fuori il mio primo album in lingua napoletana che è un vero e proprio viaggio tra la Napoli e i Caraibi con un ibrido sonoro e linguistico tra il napoletano, il suono caraibico e le subcultures inglesi antirazziste del Two/Tone! Alla produzione artistica ho collaborato con un grande alchimista-musicista della scena attuale, l’amico Luigi Scialdone, ma ne parleremo all’uscita dell’album, perché “Malata immaginaria” l’ho prodotta tempo prima, non con lui, ma insieme agli amici sopra citati! "‘A Sguarrona” che in napoletano significa “la donna che va a cavallo da maschio”, suonato dal vivo sarà un "anarco/Avanspettacolo". Luisa Conte era una mia zia di secondo o terzo grado!!!

Quando dovremo aspettarci questa nuova uscita?

Siamo quasi pronti…aspettatevi racconti ispirati a donne fortissime e uomini evoluti di ieri e di oggi, storie di naufragi, di viaggi dolorosi e di colonie africane, vita vissuta del passato e del presente, su bit in levare e clavi da Calipso, raccontata con parole volutamente semplici e marcatamente antirazziste e laiche, velate da un’autoironico erotismo, come da sempre nei miei lavori! Zia Libera vi vuole bene e sta tornando fresca ma feroce! (“nun sò doce sò fèroce” cit. nonna Ria Rosa)

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