Leonard Cohen è morto lunedì e la sua salma è stata già sepolta
Cominciano a emergere i primi dettagli della morte di Leonard Cohen, l'artista il cui decesso è stato annunciato nella notte (italiana) tra giovedì e venerdì, ma che sarebbe morto lunedì scorso e sepolto già ieri, come riporta Billboard e conferma il giornalista del New York Times, Ben Sisario, riportando una nota della sua Congregazione Shaar Hashomayim. La morte del cantante, poeta e scrittore, punto di riferimento per molti artisti del ‘900 e autore di canzoni immortali come "Suzanne" e "Hallelujah", tra le altre, era stata annunciata sulla sua pagina Facebook ufficiale e confermata dal figlio (e collaboratore) Adam che aveva scritto che suo padre "era morto in pace nella sua casa di Los Angeles con la consapevolezza che aveva completato quello che sentiva fosse uno dei suoi dischi migliori ["You Want It Darker"]. Ha continuato a scrivere fino agli ultimi momenti con la sua solita ironia".
Le parole della sua congregazione
La conferma della data della morte è stata data da un portavoce della Sony, sua etichetta, ma non sono state diffuse ulteriori informazioni sul perché di questo annuncio ritardato. Sempre la sua congregazione ha pubblicato un comunicato che conferma come Cohen sia stato già sepolto e che recita: "‘Magnificato e santificato sia il Santo Nome'. Queste sono le parole del Kaddish, la preghiera Ebrea della memoria, che sono state recitate durante la sepoltura di Cohen, giovedì 10 novembre. Il desiderio di Leonard era quello un rito ebraico per rispetto nei confronti dei genitori, dei nonni e dei bisnonni. Leonard era un membro amato e rispettato della congregazione di Shaar Hashomayim e ha mantenuto sempre una connessione spirituale, musicale e familiare con la sinagoga della sua infanzia. Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono per la sua famiglia. Possa la sua memoria essere una benedizione per tutti".
Le radici inserite anche nel suo ultimo album
Cohen non aveva mai perso il contatto con le sue radici e lo aveva confermato anche nel suo ultimo album, quello che col senno di poi, può essere visto come quello del commiato consapevole, in cui cantava "Sono pronto, mio Signore", nel brano che dà il titolo all'album e in cui sono recitate proprio le parole del Kaddish recitate durante la sua sepoltura.
La lettera alla donna che ispirò "So Long, Marianne"
Il cantante, quindi, era pronto, lo ha cantato e lo ha anche scritto, in una lettera lunga ed emozionante scritta a Marianne Ihlen, musa ispiratrice di "So Long, Marianne", una delle sue canzoni più amate, e morta quest'anno di leucemia. Prima della morte della donna, infatti, Cohen scrisse di esserle vicino e di essere vicino anche alla morte:
Beh, Marianne, è arrivato quel momento in cui siamo veramente vecchi e i nostri corpi si lasciano andare e credo che ti seguirò molto presto. Credo di essere così vicino a te che se allungassi la tua mano potresti trovare la mia. Sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la sua saggezza, ma non c'è bisogno che dica neanche una parola di più perché sai già tutto. Ma adesso voglio augurarti solo un buon viaggio, arrivederci amica mia. Amore infinito, ci vediamo tra poco.