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Lelio Luttazzi: il ricordo di amici e colleghi

Dopo la scomparsa del maestro triestino, sono tanti gli artisti che lo ricordano con affetto. Tra questi Fiorello e Arisa, che ha esordito a Sanremo accompagnata proprio dal grande artista.
A cura di Paola Ciaramella
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Un grande personaggio dello spettacolo se ne va. Questa notte, nella sua casa di Trieste, si è spento Lelio Luttazzi. Aveva 87 anni e soffriva da tempo di una neuropatia.

In queste ore, attorno all’amata moglie Rossana, compagna di una vita, si stringe il cordoglio di amici e colleghi del Maestro dello swing, un innovatore per la sua epoca – contribuì

arisa e luttazzi

 a portare il jazz in Italia, negli anni Cinquanta – e una figura estremamente poliedrica – fu cantante, musicista, direttore d'orchestra, conduttore.

Il ricordo più forte e vivo è quello di Teddy Reno, suo concittadino: quella tra i due artisti fu un’amicizia nata nel secondo dopoguerra, quando Luttazzi iniziò a lavorare per la casa discografica CGD, fondata proprio dal collega. La loro collaborazione durò sei anni – e in questo periodo il Maestro scrisse per Teddy il brano Muleta mia – e i due diventarono "come fratelli", secondo quanto dichiarato dallo stesso Reno.

Anche Fiorello ha conosciuto personalmente Luttazzi, ospitandolo nella puntata di Viva Radio2 dell’8 ottobre 2006. E ricorda con affetto quella figura così ironica ed elegante, che amava chiamarlo “Giovanotto matto”, dal nome della sua prima canzone, scritta nel ’44. E domani lo showman dedicherà all’artista scomparso il suo show a Cagliari.

“Ho avuto la notizia questa mattina. È stato un vero colpo. Lo amavo come fosse mio nonno”. A parlare è una commossa Arisa, che l’anno scorso ha avuto l’onore di essere accompagnata al piano proprio da Luttazzi, durante il suo debutto al Festival di Sanremo con il brano, poi vincitore, Sincerità. Il pensiero della giovane cantante è andato, oltre che al musicista triestino, anche ad altri gentiluomini dello spettacolo italiano che non sono più tra noi, da Raimondo Vianello a Mike Bongiorno, da Nicola Arigliano ad Aldo Giuffré, simboli di una cultura artistica che sarà sempre parte integrante del patrimonio del nostro Paese.

Paola Ciaramella

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