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L’Elfo presenta ‘Vangelo II Luka’: “La nuova scena? Finta. Spero in un feat con Emma Marrone”

Dall’uscita di “Vangelo II Luca”, l’Elfo sta raccogliendo consensi dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Il progetto, uscito lo scorso 11 settembre, è un album crudo, che spoglia l’artista dalle dinamiche del mercato hip hop italiano. Suoni non convenzionali curati da FunkyMan rendono il disco un classic, nella forma e nei contenuti, con la sola eccezione di “Filo Spinato” e “Gig Robot”, i due singoli maggiormente radiofonici.
A cura di Vincenzo Nasto
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Dall'uscita di "Vangelo II Luca", l'Elfo sta raccogliendo consensi dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Il progetto, uscito lo scorso 11 settembre, è un album crudo, che spoglia l'artista dalle dinamiche del mercato hip hop italiano. Suoni non convenzionali curati da FunkyMan rendono il disco un classic, nella forma e nei contenuti, con la sola eccezione di "Filo Spinato" e "Gig Robot", i due singoli maggiormente radiofonici. Giudizi duri sulla nuova scena, distante dalla crescita culturale affrontata dall'Elfo, partito dal freestyle in piazza fino al disco in Universal.

Partiamo da Catania, la tua città, il tuo punto di riferimento. In quest'album, come in quelli passati, hai pubblicato brani in dialetto, come "Si cumatti", diventato un inno per una città in continua lotta. Cosa rappresenta per te Catania, credi che essere rimasto qui ti abbia rallentato nella tua ascesa artistica?

Catania è il mio cuore, conosco tutte le strade a memoria. È il mio faro e io sono il suo marinaio. Tante volte in passato mi ha limitato e mi ha tenuto a terra, ma io sono diventato così grazie a questa città. Facendo freestyle da piccolo, queste strade mi hanno cresciuto e mi hanno dato un nome. Nel bene e nel male, Catania mi riconosce e il cavallo buono si vede nel lungo tragitto. Beh credo di essere il cavallo buono.

Credi che "Vangelo II Luka" sia il tuo step successivo? Com'è stato realizzare un disco per una major? 

Quest'album è quello della maturità e continua il processo d'evoluzione già cominciato in "Gipsy Prince". Lavorare per una major, per un ragazzo come me, che scendeva in strada a giocare a calcio o stava sulle panchine, è stato un grande salto. Sono passato dalla strada a stare davanti a rappresentanti dell'etichetta, ero molto spaventato. Stavo sudando durante la firma. Poi la mia voglia di fare musica è uscita fuori.

Qual è il tuo rapporto con Funkyman, il tuo produttore?

Il nostro rapporto parte da lontano, abbiamo iniziato a lavorare assieme già dall'uscita del singolo "Principe". Credo di essermi affidato a lui, perché è l'unico che riesce a stare dietro alla mia iperattività.

Avresti fatto lo stesso disco anche da indipendente?

Assolutamente sì, ne sono sicuro. È il disco che volevo, senza alcuna interferenza. Non sono un personaggio, non me lo sono costruito.

Una delle cose che ti contraddistingue è il tuo continuo affermarti come lontano dalla scena attuale, frutto dell’arrivismo. Hai affermato che spogliarsi e mostrarsi nudo sia la forma più elevata di arte. Ti aspetti che farà breccia nel pubblico?

Ti posso dire che per come sono fatto io, è l'unica scelta possibile. A volte le persone credono che io sia invidioso del successo di queste nuove rapstar, ma non è quello il problema. A me dà fastidio che la musica non sia più uno sfogo, come lo è stato per me quando ho cominciato a fare rap. Io ero un fallito quando ho cominciato e la musica mi calmava, mi dava sollievo. Adesso tutto si concentra sul fare le storie per far vedere quanti soldi hai.

Credi ci sia qualcosa di finto, di costruito, in questa scena nazionale?

Assolutamente sì, ho delle prove, dei messaggi sul cellulare di persone che mi dicono: "Sì, io ho costruito quello". Questa finzione, questa costruzione, questi che si definiscono artisti mi fanno rosicare, perché quando ho iniziato io non c'era nessuno.

Mi ha molto stupito vedere nella costruzione melodica del tuo album, la presenza dei due featuring pop con Ludovica Caniglia e Niah Steiner. Anche se le sonorità pop hanno mascherato la crudezza dei tuoi testi, credi che questa contaminazione sia uno step successivo della tua arte? Potresti anche farti influenzare da nuovi generi?

In questo momento non trovo niente di simile al mio album nella scena italiana, e di questo sono orgoglioso. Quando ho fatto questi due featuring, allontanandomi dalla mia zona di comfort, ero felicissimo e penso che possa diventare una presenza nella mia musica. Uno dei miei artisti preferiti è Lucio Battisti, e in futuro potrei trovare delle influenze di musica leggera.

Sui social, pubblico e addetti ai lavori, stanno apprezzando il tuo disco. Da qui ad un anno dalla pubblicazione, qual è il risultato migliore che ti aspetti per la tua musica ed il tuo desiderio più grande?

Questo disco mi sta dando già le sue soddisfazioni. Sto ricevendo messaggi da siciliani, anche tutti quelli sparsi nel mondo, che mi dicono: "Mi hai fatto piangere con il tuo ultimo disco". Credo sia questa la soddisfazione maggiore, creare una connessione con il pubblico, con le persone che si riconoscono in te. Certamente a livello economico vorrei che quest'album mi permettesse di continuare a vivere con la musica, che è il mio unico lavoro adesso. Ho 30 anni e ho bisogno di pensare anche a queste cose.

Una curiosità: se domani per caso la major ti chiede una repack del disco, con featuring a tua scelta, con chi vorresti collaborare?

Diciamo che non ci sei andato tanto lontano. Ho pensato già ad alcuni artisti, ma sicuramente vorrò continuare a collaborare con amici, come nel disco quando ho chiamato persone come Vacca, Clementino e tutti gli altri. Essendo un artista in major, se l'etichetta mi desse l'opportunità di collaborare con qualche grandissimo artista, accetterei subito. Magari con qualche stella del pop, tipo Emma Marrone.

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