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La Rai punta sull’Eurovision: “Speriamo vincano i Maneskin, vogliamo riportare l’evento in Italia”

A meno di 24 ore dalla finale dell’Eurovision Song Contest 2021 a Rotterdam, la conferenza stampa della Rai della presentazione della finale è l’occasione per i dirigenti Rai di commentare la possibile vittoria dei Maneskin e ipotizzare l’arrivo del contest in Italia il prossimo anno, un’idea già presa in considerazione nel 2017.
A cura di Vincenzo Nasto
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I Maneskin si preparano, da favoriti, alla finale dell'Eurovision Song 2021 con la loro "Zitti e buoni". La conferenza stampa Rai alla vigilia della finale è stata anche l'occasione per la rete di fare un resoconto delle prime due serate su Rai 4 e della finalissima di sabato 22, in diretta su Rai 1 dalle 20 e 40, che vedrà alla conduzione la coppia Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, accompagnati radiofonicamente dalla coppia formata da Ema Stockholma e Gino Castaldo. Proprio le grandi proiezioni, fatte anche dai bookmakers, sulle possibilità di vittoria del gruppo vincitore del Festival di Sanremo 2021, ha dato il là a una discussione su un possibile Eurovision in Italia, ma anche su come sia cambiata la percezione della musica italiana all'estero.

Eurovision in Italia e la possibilità a Torino

Nella presentazione della conferenza stampa, il dirigente Rai Claudio Fasulo ha descritto come l'Eurovision sia la competizione musicale più grande al mondo, con uno spirito sicuramente più aperto a Sanremo: "L'Eurovision è il nostro cugino internazionale, ha uno spirito un po' più aperto rispetto al Festival di Sanremo dove la competizione è più alta". Interrogato sulla possibilità di una vittoria dei Maneskin, tra i favoriti della competizione, il dirigente Rai ha voluto spegnere alcune voci del passato, che narravano una precisa direzione della Rai a non voler ospitare il contest per motivi economici: "Noi speriamo di vincere come si fa in tutte le competizioni, perché ci piacerebbe sicuramente ospitare il più grande evento musicale al mondo. L'anno in cui Francesco Gabbani era favorito, nel 2017 a Kiev, organizzammo un paio di riunioni e parlammo di Torino che per motivi di arena e anche di indotto turistico, era la migliore ipotesi. Non so se lo possa essere oggi. Per i problemi economici, vogliamo ricordare solo l'esempio del Portogallo, che qualche anno fa presentò un'edizione memorabile, molto sobria, dando spazio alla creatività là dove non riusciva ad arrivare con il portafogli".

Le sensazioni prima della finale dei Maneskin

La conferenza stampa è stata anche la possibilità di ascoltare i Maneskin a poche ore dalla finale, dopo tutti i complimenti e gli endorsement che sono arrivati dalla stampa italiana e internazionale: "Per noi è veramente bellissimo avere questi commenti, come a Sanremo dove abbiamo presentato la nostra idea di musica con ‘Zitti e Buoni‘, vogliamo sorprendere durante la finale. Vogliamo mostrare che c'è vita anche oltre la musica classica italiana". Uno spirito gioioso, mantenutosi anche nei giorni dell'arrivo a Rotterdam, che gli artisti non hanno potuto visitare, ma hanno potuto passare del tempo con i partecipanti delle altre nazioni: "Abbiamo giocato a ping pong e stiamo conoscendo gli altri. Una delle nostre esibizioni preferite è stata quella degli Hooverphonic dal Belgio. Li conoscevamo da tempo e sono stati molto bravi". Infine, c'è spazio anche per un pensiero sulla musica live, dopo esser rimasti impressionati dalle prove a cui sono accorse oltre 2500 persone: "Questo evento deve dare speranze e fiducia per la ripresa del mondo dello spettacolo, perché abbiamo potuto osservare che rispettando le regole è possibile esibirsi dal vivo e riportare la musica alle persone.

La Rai punta sul contest

Sull'Eurovision e l'entusiasmo per i Maneskin si è pronunciato anche il direttore di Rai 1 Stefano Coletta: "I Maneskin hanno fatto storia a Sanremo, sono un gruppo musicalmente così lontano dai canoni della manifestazione, ma hanno riportato un target di persone così diverso. Sono entusiasta perché stanno mostrando in Europa un'Italia diversa: meno neomelodica, che ha fatto un passo avanti". Il dirigente ritorna anche sullo spirito del contest, che dopo due anni pandemici sta regalando leggerezza: "Una parola in comune condividono tutti i paesi, unendoli: ripartenza". Poi si è pronunciato su quanto la Rai stia cercando di investire sul contest, soprattutto rispetto agli scorsi anni, con uno sguardo al futuro: "Mi sembra che da un punto di vista televisivo, ma anche con la partecipazione della radio, la Rai ha fatto crescere la propria attenzione al concorso. Vorremmo che già dal prossimo anno le semifinali fossero sui canali principali del palinsesto".

La coppia Corsi-Malgioglio

Una scommessa arriva sulla conduzione, che vedrà appaiata la coppia Gabriele Corsi – Cristiano Malgioglio, due anime che sembrano essersi incontrati al posto giusto, al momento giusto, come sottolinea anche il conduttore radiofonico: "Abbiamo subito stretto un grande rapporto, perché Cristiano è creativo, curioso e folle, tre caratteristiche fondamentali per me. Personalmente osserveremo, oltre alla canzone, anche il significato di ciò che l'artista porta sul palco, simboleggiando la propria nazione. Per adesso, oltre ai Maneskin, mi ha commosso Manizha, la concorrente russa con il brano sul femminismo, ma mi fanno impazzire anche il gruppo ucraino Go_a". Dall'altro lato Malgioglio ha promesso di portare alla conduzione le sue due anime, quella da personaggio televisivo che lo ha reso famoso, ma anche l'anima musicale, ricordato attraverso i nomi di Celentano e Mina: "Io tifo per i Maneskin perché hanno portato qualcosa di bello e diverso, anche essendo rock sono molto sensuali. Mi è piaciuta molto la canzone del gruppo portoghese, molto diversa dal solito. Mi ha emozionato invece la canzone della cantante russa, che tocca un tema per me fondamentale come la sensibilità femminile. Vorrei dire a Putin di essere più sensibile su questi temi".

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