La Morissette contro la depressione post parto: “Ho scritto canzoni per non implodere”
Scrivere molto, scrivere ogni giorno e suonare, come antidoto alla depressione. È quello che ha fatto Alanis Morissette in questi ultimi tre mesi, quelli che l'hanno vista cadere, per la seconda volta, nella depressione post parto, come ha detto in un'intervista a People in cui si è messa a nudo. La Morissette è una delle artiste canadesi più note al mondo, plurivincitrice di Grammy Awards e che divenne una star mondiale grazie al suo terzo album "Jagged Little Pill" – primo distribuito in tutto il mondo – che conteneva canzoni come "You Oughta Know" e "Ironic", una delle canzoni simbolo degli anni 90, grazie anche al video (a cui, ultimamente, si è anche ispirata Alessandra Amoroso per quello di "Comunque andare").
La depressione da affrontare dopo i due parti
Il suo nome, però, da molti anni è scomparso dalla visuale discografica mondiale (l'ultimo album "Havoc and Bright Lights" è del 2012 e veniva dopo 4 anni di silenzio). In questi anni, però, la cantante ha dovuto combattere con la depressione post parto che l'ha colpita prima dopo la nascita del figlio Ever Imre, attualmente di 6 anni e mezzo e poi dopo quella della figlia Onyx Solace, lottandoci anche 14 mesi dopo il parto: "Ci sono giorni in cui sono debilitata al punto che quasi non riesco a muovermi. Quando ero più piccola immaginavo di avere figli e stare con un compagno fantastico".
La perdita di sicurezza
Come scrive People, dopo la nascita del primo figlio cominciò ad avvertire i primi sintomi – dolore fisico, insonnia, visioni spaventose che coinvolgevano la sua famiglia – ma la diagnosi non arrivò che 16 mesi dopo, così questa volta era preparata, ha spiegato, se non fosse che è arrivata "quattro volte" peggio di prima: "È una cosa che ti isola, prima ero come la Rocca di Gibilterra, mi prendevo cura delle persone, prendevo iniziativa, mi conoscevo come una che era sempre in grado di prendere delle decisioni, una leader su cui la gente poteva contare. Adesso a malapena riesco a decidere cosa mangiare per cena".
La musica per sopravvivere
Ed è stata la musica – oltre a un mix di medicine – uno dei mezzi che l'ha aiutata a non affondare: "Ho scritto tantissime canzoni negli ultimi 3 mesi, quasi una canzone al giorno. Ho dovuto ricominciare a scrivere canzoni altrimenti sarei implosa".