La Ministra della Difesa Trenta canta l’inno pacifista di Morandi “C’era un ragazzo che come me…”
La Ministra della Difesa Elisabetta Trenta si è esibita in uno degli inni pacifisti più noti del Paese, ovvero "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" di Gianni Morandi scritta da Franco Migliacci e Mauro Lusini e pubblicata nel 1966. "Questa canzone mi fa venire in mente il valore della pace, un valore inestimabile che dobbiamo preservare sempre" ha detto la Trenta ai microfoni di Radio Rock che sta facendo vare il karaoke ad alcune personalità politiche ed è impossibile non cogliere la relazione tra un inno pacifista come questo e il ruolo della Ministra. L'esibizione è piaciuta anche a Gianni Morandi, che ha deciso di condividere questa esibizione anche sulle sue pagine Facebook, riprendendo il video prima e chiudendo con un piccolo commento del cantante.
L'apprezzamento di Morandi sui social
"3 dicembre. È un grande onore per me che la dottoressa Trenta, il nostro ministro della Difesa, abbia scelto questa canzone per ricordare il valore della pace" ha scritto Morandi sulla sua pagina Facebook, "È anche molto intonata e spero di poterla incontrare per cantare insieme, accompagnandola con la mia chitarra, magari in una tonalità più adatta a una voce femminile" ha chiosato, scherzoso il cantante, che con questa canzone diede un'impronta diversa alla sua carriera.
Il significato della canzone
Abituati a sentirlo cantare canzoni d'amore, questa fu una svolta nella sua discografia avvicinandolo al mondo beat e anche a un maggiore impegno e infatti l'accoglienza iniziale fu controversa, con il singolo che chiuse l'anno come il 42o della classifica dei singoli più venduti di quell'anno, con il cantante di Monghidoro che piazzò altri due pezzi prima di questo: "La fisarmonica", infatti, chiuse al secondo posto, primo tra gli italiani, mentre "Notte di ferragosto" fu settimo. Gli arrangiamenti del pezzo – nelle sue due versioni – erano di Ennio Morricone: "Io mi innamorai disperatamente della canzone e decisi, io per la prima volta, che volevo farla (fino ad allora era Franco che decideva). Lottai moltissimo e un po' anche contro la discografia, che non voleva sentirmi cantare canzoni di protesta, e poi contro la censura della RAI, perché la canzone diceva ‘…adesso è morto nel Vietnam'. La canzone andò in onda un po' di volte alla radio ma, per le esibizioni alla televisione, fummo costretti a sostituire il Vietnam con rattattatta" disse lo stesso Morandi in un'intervista a Vincenzo Mollica (via)