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Documentario contro Michael Jackson, la famiglia contro le accuse: “Un linciaggio pubblico”

Un documentario presentato in anteprima al Sundance Festival torna sulle accuse di molestie rivolte a Michael Jackson in passato: riprendendo alcune testimonianze, soprattutto di due persone già ascoltate in passato durante il processo da cui uscì innocente, “Leaving Neverland” riaccende le luci sul caso e questa volta la famiglia risponde duramente con un comunicato.
A cura di Redazione Music
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Michael Jackson (Getty Images)
Michael Jackson (Getty Images)

La famiglia di Michael Jackson è furiosa per quello che sta succedendo dopo l'anteprima al Sundace Festival del documentario "Leaving Neverland" che torna sulle accuse al cantante di presunte molestie e stupro a danni di minori e ha lasciato tante persone sconvolte, anche se da queste accuse, che hanno seguito il cantante negli ultimi anni della sua vita, Jackson è stato assolto a seguito di una causa durata anni: "Michael ha sempre porto l'altra guancia e anche noi abbiamo sempre porto l'altra guancia quando alcune persone si sono scagliate contro la nostra famiglia, era il nostro modo di fare" si legge in un comunicato stampa rilasciato dalla famiglia a seguito dell'anteprima del documentario "ma non possiamo restare zitti mentre si copie questi pubblico linciaggio e questi profili tweet che come avvoltoi che non hanno mai incontrato Michael gli danno addosso. Michael non è qui e non può difendersi, altrimenti queste accuse non gli sarebbero mai state rivolte".

Il punto su cui preme la difesa del cantante è sempre quella, ovvero che due delle persone che accusano Jackson, ovvero Wade Robson e James Safechuck, sono già state ascoltate in passato e durante il famoso processo testimoniarono che pur avendo dormito con Jackson non avevano mai subito violenza e le accuse arrivarono solo anni dopo, nel 2013, quando si rimangiarono le testimonianze spiegando che col tempo si erano resi conto di qualche fosse la verità.

La famiglia di Jackson, inoltre, se la prende con tutti i media che, spiegano, senza alcuna prova ulteriore rispetto a quelle già confutate in passato "scelgono di credere alla parola di due che hanno ammesso di aver mentito rispetto alle parole di migliaia di famiglie e amici che hanno passato del tempo con Michael, sperimentando la sua leggendaria gentilezza e la sua generosità" parlando di Robson e Safechuck come di spergiuri e opportunisti. "La gente ha sempre amato dare addosso a Michael perché era un bersaglio unico, ma è stato soggetto di indagini accurate, compreso un raid improvviso nella sua tenuta Neverland e altre proprietà ed è stato sempre ritenuto innocente, non c'è mai stata una prova di nulla" spiegando che "chi ha fatto questo film non è interessato alla verità e non ha mai intervistato una sola persona che conoscesse personalmente Michael a parte i due spergiuri e le loro famiglie (…) ma la verità è dalla nostra parte, fate tutte le ricerche che potete su questi due opportunisti, i fatti non mentono, sono le persone a mentire".

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