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La disperazione a Sanremo 2014: “Fazio smettila, non possiamo più mangiare”

Attimi di tensione al Festival di Sanremo dove due lavoratori del Consorzio del bacino di Napoli e Caserta hanno minacciato di buttarsi di sotto.
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Attimi di tensione al Festival di Sanremo per una protesta ha praticamente interrotto il monologo iniziale di Fabio Fazio. Due uomini sono saliti sulle impalcature delle luci del Teatro Ariston, minacciando di buttarsi di sotto se il conduttore del Festival non avesse dato ascolto alle loro proteste. Gli attimi concitati rimandano subito alla mente un'altra protesta storica, quella di Cavallo Pazzo al Festival 1992, con Pippo Baudo a cercare di sedare l'animo dello storico contestatore.

Fabio Fazio legge la lettera, poi spinge sull'inizio del Festival:

Lavoratori del Consorzio del bacino di Napoli e Caserta per il loro problema di lavoro, da consegnare ai rappresentanti istituzionali. Reclamano il diritto al lavoro, alla dignità per le loro famiglie. Ma allora che si fa? Non facciamo altro, non continuiamo? Vorrei ripartire da qui, cerchiamo di riprendere questo festival, che può essere bello brutto o sciocco, per quello che vorrei che fosse: il nostro lavoro è un momento di spensieratezza in cui ritrovarsi, non per rimuovere i problemi che comunque esistono, ma parlare di bellezza ha un senso, la bellezza ha un ruolo, perché quello che siamo dentro lo dobbiamo cercare nel contesto che c'è fuori. Bisogna provare a fare questa grande opera, ricucire il nostro Paese, vederlo riparato può aiutare tutti noi".

Dopo il pezzo di Ligabue, Fazio legge integralmente la lettera dei lavoratori:

Con la speranza di consegnare ad un personaggio politico queste parole. Sono 16 mesi che non ricevono lo stipendio, recandosi tutti i giorni a lavoro. Sono 800 persone e chiedono intervento del governo, ci dicono se tutto va bene se ne parla tra sei mesi: "E come si fa ad andare avanti per sei mesi". Tra di loro sei suicidi e le situazioni economiche sono gravissime. Si scusano per quest'intervento, ma la disperazione è tanta per non riuscire ad andare avanti. Chiedono la restituzione della loro dignità.

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