L’ultimo saluto dei Pooh: “Tutto finisce, ora ci gustiamo la nostra Storia”
"Tutto deve finire, addirittura i Pooh", scherzano Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli che ieri, a Milano, hanno tenuto la loro ultima conferenza stampa, in chiusura di un anno dedicato al cinquantenario della band che si è sviluppato durante tutto questo 2016 con uscite discografiche, concerti, ospitate ed eventi che termineranno il prossimo 30 dicembre con un concerto evento a Bologna – là dove tutto cominciò – che sarà trasmesso anche in molti cinema del Paese, chiudendo un capitolo importante della Storia della musica italiana.
Uno stop condiviso
Tutto deve finire, giusto, e a guardare dall'esterno la storia della band è bello che succeda con una decisione volontaria, dettata dalla voglia di fermarsi un po', dedicarsi alla famiglia e che, ovviamente, nonostante tutto, è molto dolorosa. E il termine "dolore" si ripete più volte nelle voci dei vari membri che prendono la parola, ma se proprio si dovesse scegliere una frase, a riassunto di questa lunga storia, è sicuramente quella che descrive questo momento come "malinconico, certo, ma stemperato dall'orgoglio di condurre in porto la grande nave e con le luci accese" senza bisogno di un rimorchio.
Una vita tra leggerezza e impegno
Intravedono il porto questi cinque marinai che quest'anno si sono riuniti per salutare con molti concerti i loro fan, aumentando quei due previsti all'inizio che si sono moltiplicati includendo anche delle capatine oltre oceano e che segnano un punto da cui non si può tornare indietro, anche se a seconda delle versioni qualche spiraglio resta, ma meglio non lasciare alcuna illusione. I Pooh si riprendono "per la prima volta" in mano le proprie vite, dedicate per la maggior parte alla musica e a canzoni che hanno accompagnato svariate generazioni, alternando la leggerezza all'impegno, come sa chiunque abbia cercato tra le note e i testi di centinaia di canzoni che parlavano d'amore, certo, di musica, ma anche di omosessualità, emarginazione, immigrazione, solitudine, carcere e svariati temi sociali.
"I Pooh salvati dalla propria storia"
Hanno raccontato le difficoltà, dalla morte della mente e della penna della band, Valerio Negrini, a cui è andato più volte il pensiero dei cinque, fino all'abbandono prima di Riccardo Fogli e poi di Stefano D'Orazio che non ha nascosto le difficoltà di rientrare, cedendo all'orgoglio di una decisione presa e di un pubblico che forse non gli avrebbe perdonato questo ‘sgarro': "La cosa che ha sempre salvato i Pooh è stata la propria storia – hanno raccontato – il nostro patrimonio più importante, assieme alla condivisione, a quella capacità di lavorare in gruppo e condividere qualsiasi cosa".
L'ultimo concerto di Bologna
A Bologna ripercorreranno le scalette di quest'anno, ma al palco normale se ne aggiungerà anche uno più intimo e per questo hanno scelto di allargare la scaletta con qualche brano nuovo e una piccola sorpresa che in qualche modo sarà anche un pensiero per l'amico scomparso. Ora non resta che gustarsi un po' la propria Storia ("A un certo punto ci siamo resi conto che un pezzo di Storia della musica italiana l'abbiamo fatta noi", quella che, forse esagerando leggermente, hanno detto non aver compreso appieno se non tramite le lenti del proprio pubblico, che li ha resi consapevoli, col passare del tempo, del fatto che stavano scrivendo un pezzo importante della musica italiana, perché, anche se inizialmente lo dicono a bassa voce, pian piano non hanno più potuto non ritrovarsi davanti al fatto compiuto, specie quando hanno visto la quantità di gente che ne affollava le date, sia negli stadi che nei palazzetti e non mancando di togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di una stampa che ha "cominciato a sentire la propria mancanza quando ha capito che quell'avventura stava terminando".
Cosa succederà da gennaio
Ora restano le famiglia, soprattutto, i progetti solisti, ovviamente, e il riposo necessario dopo un anno a tutto gas, ma la loro musica non termina lì, come spiega anche il Presidente di Sony Italia Andrea Rosi: "Non immaginate quanto avrei rosicato a vedere l'ultimo cd dei Pooh non pubblicato dalla mia etichetta" ha spiegato prima di tirare giù una selva di numeri e la speranza di poter rivedere, nei prossimi anni, ancora prodotti a marchio Pooh, con la speranza che, chissà, dai loro archivi, ora che avranno la possibilità di metterci mano con più calma – "Abbiamo sempre vissuto sapendo quello che avremmo fatto l'anno successivo, senza goderci il presente", con un futuro sempre organizzato, hanno spiegato ai giornalisti -, possa uscire qualche gemma nascosta.
Secondary ticketing: "Un suicidio"
I 5 musicisti hanno anche voluto esprimere – spinti da una domanda – il proprio pensiero sul caos secondary ticketing, definito "il più grade scandalo successo nel nostro ambiente. Siamo rimasti stupiti pensando a chi ascolta la musica, va ai concerti ed è stato truffato, cosa che non fa per nulla bene al nostro ambiente. La cosa che ci ha sconvolto di questo fenomeno che è sempre esistito è che questa volta gli artefici erano persone all'interno del sistema, ci ha tradito chi ha le redini, punendo chi ama la musica. È un suicidio".
Gli ultimi concerti
I prossimi appuntamenti, gli ultimi, quindi, li vedranno impegnati il 10 dicembre al Pal’Art Hotel di Acireale (Catania), il 14 dicembre al PalaMaggiò di Caserta, il 17 dicembre al Pala Alpitour di Torino, il 20 dicembre al Palalottomatica di Roma, il 22 dicembre al Mediolanum Forum di Assago (Milano), il 27 dicembre al Pala Verde di Treviso, il 30 dicembre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna).