L’intervista a Servillo, Mangalavite e Girotto: “Fútbol, spettacolo che accosta jazz a letteratura”
"Fútbol" è lo spettacolo che ieri sera Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite hanno portato sul palco dell'Auditorium Parco della Musica per un nuovo appuntamento con il Roma Jazz Festival. Terzo appuntamento per la rassegna jazz che porta a Roma alcuni dei nomi nazionali e internazionali più interessanti del genere. Lo spettacolo del trio, poi, si sposa alla perfezione con l'apertura decisa del Festival alla letteratura riuscendo in un sol colpo a unirle. "Fútbol", infatti, trae spunto dai racconti del libro omonimo di Osvaldo Soriano, uno dei massimi scrittori sudamericani del secolo scorso.
Ai microfoni di Fanpage Servillo, Mangalavite e Girotto spiegano la genesi del progetto: "È uno spettacolo di canzoni che accosta il mondo jazz e narrativa. Raccontiamo quel mondo latino americano del calcio di 20-3o anni fa e lo raccontiamo musicalmente, al di là del jazz, pescando nella tradizione della musica argentina e sudamericana generale" dice Servillo, affiancato proprio dai due musicisti argentini. Un racconto sul calcio particolare quello dello scrittore argentino, come particolare è l'insegnamento che Girotto trae dal calcio che, dice, "insegna trasversalmente l'astuzia da applicare anche in certe situazioni di vita", prima dell'esempio classico per un argentino (ma anche per i napoletani), ovvero la "mano de Dios" con cui Maradona segnò il primo gol nei quarti di finale del Mondiale '86 contro l'Inghilterra.
Oltre che col calcio, e soprattutto con la scrittura, il jazz si lega molto anche con altre forme d'arte ("con tutte" secondo Girotto) e "Se il jazz, per antonomasia, è un linguaggio legato all'improvvisazione, tanto nelle arti figurative che nella letteratura il linguaggio dell'improvvisazione s'è sperimentato – dice Servillo -. Magari per rinnovare il vocabolario".
Dopo "L'amico di Cordoba" che segnò l'inizio della collaborazione fra i tre e questo "Fútbol", datato 2009, i tre hanno in cantiere un altro progetto che, però, non uscirà prima di un anno.
Questa sera, intanto, al Roma Jazz Festival sarà la volta del trio di Vijay Iyer, compositore sincretico che unisce i ritmi europei, asiatici e africani. Iaia Forte, invece, leggerà brani tratti dai "Ritratti in Jazz" di Murakami, mentre domani l'appuntamento da non perdere è con il Maestro etiope Mulatu Astatke, padre del movimento denominato "Ethio-Jazz" che fu fortemente voluto da Jim Jarmush per la colonna sonora di “Broken Flowers”.
L'intervista completa a Servillo-Mangalavite-Girotto, di Diletta Parlangeli, potete guardarla sopra.