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L’ex moglie di Scott Weiland: “Non glorificatelo, per i figli era morto da anni”

Mary Forsberg, ex moglie dell’artista, usa toni durissimi in una lettera indirizzata a Rolling Stone. Invita tutti a non trasformare Scott Weiland in un mito, perché se si continuano a glorificare le rockstar che hanno vite sregolate, queste tragedie continueranno ad accadere. Lo ha definito un uomo paranoico che per i figli era già morto da anni.
A cura di D.S.
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Nei giorni scorsi è stata annunciata la morte di Scott Weiland. L'artista è stato trovato morto su un bus parcheggiato davanti ad un motel in Minnesota. Aveva solo 48 anni. I fan hanno accolto la notizia con grande dolore e partecipazione e, come capita spesso con le star che ci lasciano troppo presto, l'uomo è stato glorificato. In queste ore, però, è arrivata la reazione dell'ex moglie Mary Forsberg. La donna ha scritto una lettera e Rolling Stone, usando toni piuttosto duri.

"La morte di Scott è una tragedia che non va glorificata parlando di rock’n’roll e demoni".

Ha restituito subito una dimensione umana a Scott Weiland:

"Era un uomo paranoico che non ricordava i testi delle sue canzoni e che in quindici anni si sarà fatto fotografare con i suoi piccoli una manciata di volte".

Quindi ha aggiunto che i suoi figli lo hanno perso ben prima della data della sua morte:

"Hanno perso il loro papà tantissimi anni fa. Ciò che hanno veramente perso il 3 dicembre, invece, è la speranza".

Ha sottolineato ancora una volta, che il pubblico incoraggia e spinge questi artisti agli eccessi, comprando la loro musica nonostante non siano un esempio edificante:

"Ad un certo punto qualcuno deve pur alzarsi in piedi e dire che sì, succederà ancora. Perché noi, come società, quasi lo incoraggiamo. Leggiamo orrende critiche agli spettacoli, vediamo video con artisti che cadono a terra, incapaci di ricordare i loro stessi brani anche se il testo scorre su uno schermo a pochi metri. E poi compriamo lo stesso la loro musica perché ciò che dovrebbe essere materia d’ospedale viene considerata arte".

Infine, ha concluso:

"La nostra speranza è che anche se Scott è morto, ci sia speranza per gli altri. Scegliamo di rendere questa la prima volta in cui non glorifichiamo una tragedia parlando di rock'n'roll. Lasciamo perdere le deprimenti magliette con scritto 1967-2015, usiamo quei soldi per comprare un gioco o un gelato a un bambino".

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