L’ex ballerino di Micheal Jackson: “Le sue società erano attività di abusi ai minori”
Wade Robson è stato uno degli accusatori storici di Michael Jackson che, per anni ha dovuto combattere contro le accuse di pedopornografia e violenze, prima dell'assoluzione definitiva arrivata nel 2005, che lo ha scagionato legalmente dai capi di imputazioni ma non per una parte di opinione pubblica che ancora crede alla colpevolezza del cantante. E soprattutto non ha placato l'ira di alcuni tra coloro che lo accusavano, come appunto Robson che si è mosso molto tardi perché, spiegò, si era reso conto solo molto in là, rispetto ai fatti, delle conseguenze che i presunti atti del Re del Pop ebbero su di lui.
Non trova pace neanche a 7 anni dalla morte, quindi, Jackson e i suoi eredi che si ritrovano di nuovo in Tribunale per una doppia denuncia portata dal ballerino e coreografo che da piccolo partecipò ad alcuni video del cantante. Per Robson, infatti, alcune società in precedenza controllate da Jackson avevano due scopi, il primo era ovviamente quello di distribuire tutto ciò che avesse a che fare con l'attività artistica del cantante, ma il secondo, come si legge nella denuncia (pubblicata da Billboard), era di "operare come un'attività di abusi sessuali su minori, pensata per individuare, attrarre con l'inganno e sedurre eventuali vittime". Accuse pesanti che tornano a distanza di anni, dopo che nel 2015 alcune delle sue accuse furono respinte da un giudice.
Robson racconta che il primo incontro con il cantante avvenne quando aveva 5 anni, a seguito della vittoria di una competizione di ballo, mentre la prima volta che subì molestie ne aveva 7 e proseguirono fino ai 14, quando i primi segni di pubertà avrebbero interessato sempre meno il cantante. Successivamente avrebbe dichiarato che considerava Jackson come un padre, finché non si sottopose a sedute di psicoterapia dovute a un crollo psichico, nel 2012, che attribuì a quegli episodi passati.