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Junior Cally va in rehab: “Sono alcolizzato e soffro di disturbo ossessivo compulsivo”

“Sono un alcolista e, come già sapete, soffro da anni di DOC (disturbo ossessivo compulsivo)”: nell’annunciare titolo e data di uscita del nuovo album Junior Cally ha anche spiegato di dover andare in riabilitazione per cercare di riprendersi dagli ultimi due anni, “prima che sia troppo tardi”.
A cura di Francesco Raiola
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"Sono un alcolista e, come già sapete, soffro da anni di DOC (disturbo ossessivo compulsivo)": nell'annunciare titolo e data di uscita del nuovo album Junior Cally ha anche spiegato di dover andare in riabilitazione per cercare di riprendersi dagli ultimi due anni, "prima che sia troppo tardi". Il rapper, che al Festival di Sanremo finì sotto un fuoco incrociato di critiche a causa di alcuni testi accusati di misoginia scritti anni prima, ha scritto un lungo messaggio su Instagram per parlare di questi due anni da incubo, vissuti in pandemia, annunciando il bisogno di prendersi una pausa, di isolarsi e andare in rehab.

L'alcolismo e il DOC

"Ho deciso di fermarmi prima che sia troppo tardi, ho scelto la vita e ho deciso di respirare e di pensare alla mia salute mentale e non – ha scritto il rapper il cui vero nome è Antonio Signore -. Questi sono stati due anni da incubo, dove tutti sapete che razza di inferno ho passato a livello mediatico. E non parlo "solo" del lockdown e delle difficoltà con le quali tutti abbiamo dovuto scontrarci nelle quattro mura di casa nostra. Pensavo di essere forte e solido a sufficienza per superarla facilmente e invece no, a distanza di quasi due anni mi ritrovo ancora qui a leccarmi le ferite. Non sono invincibile". Il rapper ha spiegato che proprio le sofferenze dovute al disturbo ossessivo compulsivo lo portava a bere sempre di più: "Il bicchiere mi era diventato amico, mi rendeva libero e mi disinibiva, mi dava la forza per fregarmene di tutto ed andare avanti. Da stordito non avrei mai acceso e spento la luce 4+4+2 volte".

La dipendenza dal sesso

Junior Cally ha parlato, quindi, della dipendenza dal sesso e della scelta, fatta assieme al suo psicologo di isolarsi un po', specie dopo aver finito l'album: "Anche il sesso è diventato una malattia, una dipendenza da curare, perché anche quello è diventato compulsivo, incontrollabile, irrefrenabile. Dunque ho deciso insieme allo psicologo che mi segue da tanto tempo che l’unica soluzione è quella di isolarmi per un po’. E dopo aver chiuso il disco e il resto, insomma dopo aver fatto in anticipo tutti i compiti per le vacanze, ho deciso di pensare a me e alla mia salute e ho deciso finalmente che era arrivato il momento di curarmi".

Il dubbio per gli instore

Tra qualche giorno comincerà la riabilitazione, senza poter incontrare nessuno e bere niente, ovviamente: "Andrò in un posto dove mi auguro di poter trovare le forze di guardarmi dentro, un posto in cui vomitare tutte le mie paure per liberarmene una volta per tutte. Spero di riuscire a farvi incontrare una versione di me migliore, una persona che non accarezza la morte con un bicchiere in mano". Cally ha spiegato anche che probabilmente non riuscirà a fare gli instore per l'album: "Spero di riuscire a farvi incontrare una versione di me migliore di quella che vi sta scrivendo adesso, una persona che rispetta la vita giorno dopo giorno e scelta dopo scelta, una persona che non accarezza la morte con un bicchiere in mano".

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