Jovanotti e la ricerca della felicità nel mondo moderno: la guida all’album Mediterraneo
In attesa del "Disco del sole", Jovanotti ha deciso di uscire fuori dai propri confini. Nelle scorse ore è stato pubblicato "Mediterraneo", una finestra di ciò che sarà poi il disco intero, otto inediti che rappresentano l'azzardo per il cantante toscano. Ritorna l'epopea del viaggio e il Mediterraneo è il luogo dei marinai, delle storie d'amore e dei racconti straordinari. Così speciali da essere racchiuse in un Ep dai ritmi danzanti e dai suoni anche orientali, dagli ospiti illustri come Enzo Avitabile, alla produzione, ancora affidata al mago Rick Rubin. Un progetto "nato in maniera selvatica", come l'ha definito l'artista, che però lancia una promessa per i prossimi mesi: "Per la prossima estate, cioè tra pochissimo, pubblicherò altri pezzi, una specie di collezione estiva, ancora diversa, e spero gradita".
E si parte dalla titletrack del progetto: "Mediterraneo" è la rappresentazione della rinascita, respirata anche nel ritornello della canzone. Un segnale ininterrotto, una linea musicale che racconta la fretta, il pericolo delle acque. Il ritornello invece ferma le inquietudini, rallenta i ritmi e urla al mondo: "Sì ma non piangere, ora è il tempo di rinascere". La drum machine scalda gli animi e dà la giusta direzione di dove andrà musicalmente il disco. Con "Non dimenticar" si entra in una nuova regione dell'animo di Jovanotti, una foresta che racconta la riappropriazione della natura: il cantante è il narratore di una storia che si divide tra vecchio e nuovo mondo. "Sono stato una tigre, un caimano, una serpe, e ogni volta ero in cerca di quello che serve, per restare nel corpo senza altra missione, che restare insieme a te" è il claim del singolo, un concetto così potente da spiazzare per la semplicità linguistica.
Segue "Tirannosauro rex", una delle melodie più interessanti del progetto, e quella in cui si nota maggiormente la mano del produttore americano Rick Rubin. Il brano richiama la linea melodica di "Bella", successo storico del cantante toscano, anche se la differenza sensibile è data dal ritmo della batteria. Un viaggio a ritroso, uno scontro generazionale che vede ancora gli uomini nudi sotto i propri vestiti, come nella preistoria. Ancora liberi tra i codici informatici, il brano rappresenta un immaginario di scontro forzato tra il prima e il dopo, tra il classico e il moderno. Cambia completamente piano cartesiano invece "Ricordati di vivere": un omaggio alla cultura gitana, alla cultura rom. Un brano dalle chiare tinte orientali che metaforicamente pone la vita al servizio del viaggio, la necessità di uscire dalla propria comfort zone per essere rapiti dalle emozioni: "Ho l'orizzonte come limite, ricordati di vivere".
Si ritorna ai primi mesi del 2020, alla paura per la pandemia e quel desiderio di evadere dalla realtà, troppo pesante per la salute mentale. Si chiama "Alla salute" ed è la prima collaborazione del progetto di Jovanotti con il dj Shantel, un produttore di musica balcanica, che riesce a concentrare la tamburica e la frula nel brano. Un diversivo alla tristezza, un ballo sotto le luci di un mondo che si era fermato. Arriva poi "Everest": "Il mondo è una discarica, non sono io a scoprirlo. Trionfa l'ingiustizia, tranne in rare occasioni". Jovanotti per la prima volta sembra ritornare con i piedi sulla terra ferma, raccontando dell'alienazione delle città e dei suoi abitanti, del mondo digitale e della sua solitudine. La novella si scioglie nel ritornello dove l'artista canta: "L'amore è il massimo in questo mondo, è l'Everest che buca l'orizzonte, come fanno i tuoi seni con l'aria che hai di fronte".
Arriva Enzo Avitabile e il magico mondo dei Bottari, arrivano il sax e la ciaramella ma anche le botti: "Corpo a corpo" è una jam del maestro campano, un pezzo che rappresenta anche gli universi affini tra i due artisti. La globalità del suono, con due musicisti come loro, pronti a spingersi un passo più in là dell'orizzonte, diventa un canto folkloristico: "Corpo a corpo, nella notte e nell'amore. Corpo a corpo, nella notte e sotto il sole". Un brano da ballare, una sorgente nel deserto d'anime descritto. Chiude il disco "Allelù": come confessato da Jovanotti, il testo di questo brano è un miscuglio dei suoi viaggi internazionali. Da Hong Kong al Brasile, fino al quartiere Barbès di Parigi, uno dei quartieri della capitale francese a subire il processo di gentrificazione. Tra i ritornelli più radiofonici del progetto, "Allelù" è sicuramente candidato a diventare uno dei singoli dell'album, e non ci sorprenderebbe vedere un remix del brano nei prossimi mesi.
"Mediterraneo" è il canto ancestrale di Jovanotti, un ripercorrersi di storie che pongono in contrasto il passato con il futuro digitale, la spensieratezza con l'illusione del mondo moderno. Anticipato da "I love you baby" prodotto da 6ixPm, Jovanotti ha voluto osare con un progetto dai confini musicali molto ampi, con molta sperimentazione anche sugli strumenti. Il suo messaggio sembra essere passato in maniera netta e aver confessato l'uscita di nuova musica prima dell'estate, rende più stimolanti le aspettative sul "Disco del sole", in attesa dei Jova Beach Party.