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Johnson Righeira: “Mi sto facendo grande…”, 35 anni fa cantava “L’estate sta finendo”

35 anni fa usciva “L’estate sta finendo” dei Righeira, uno dei brani che più ha segnato il panorama del pop anni 80 e non solo. Il duo torinese oggi guarda alle spalle della sua carriera e agli anni passati. Johnson lo fa con un pizzico di malinconia, ospite a “C’è tempo per” su Rai 1: “Gli anni passano, mi sto facendo grande”. In una recente intervista a rockol.it ha spiegato la genesi della loro hit, scritta da liceale a 20 anni: “Racconta l’angoscia del dover crescere”.
A cura di Giulia Turco
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Con il loro tormentone "L'estate sta finendo", i Righeira hanno infiammato le estati anni 80 e non solo. Ancora oggi è uno dei brani più conosciuti della storia del pop italiano, spesso intonato dalle tifoserie sportive e con il testo riadattato in "Un giorno all'improvviso". Difficile scordarne il motivetto, uscito per la prima volta 35 anni fa, nel 1985. Oggi il duo formato da Michael Righeira e Johnson Righeira fa i conti con la carriera alle spalle. Johnson ne ha parlato da ospite a "C'è tempo per…", il programma di Rai 1 condotto da Anna Falchi e Beppe Convertini.

Johnson Righeira ospite a "C'è tempo per…" su Rai1

In collegamento Skype con lo studio di Rai 1, Johnson Righeira racconta della sua quarantena trascorsa lontano dalla città, in un posto più tranquillo di campagna. Per questo ora farebbe fatica a tornare a Torino. Anna Falchi chiede all'artista di intonare live uno dei motivetti più conosciuti del duo, "Vamos alla playa". Johnson Righeira opta invece per "L'estate sta finendo", di cui nel 2020 ricorrono i 35 anni. Il 17 e il 24 agosto di quell'anno era in cima alla classifica dei brani più ascoltati in Italia:

Mi sto facendo grande, gli anni passano. Pensate che quest'anno festeggio non solo i 60 anni, ma anche i 40 di carriera.

L'origine di "L'estate sta finendo"

Gli anni passano, ma la carriera e il successo alle spalle sono tali da non farsi trasportare dalla malinconia, per il gruppo torinese. In particolare per Johnson, che appena pochi giorni fa in un'intervista a rockol.it ha raccontato la genesi del brano:

Non mi ricordo il momento esatto in cui la scrissi, ma ricordo il periodo. Partiamo dal presupposto che di mio sono una persona abbastanza malinconica, tutt’ora è così. La canzone parla dell’inesorabile tempo che passa, dell’angoscia del dover crescere, il tutto avvolto da un rapporto amoroso palesemente inventato perché io all’epoca non battevo chiodo.

Allora, l'artista era giovanissimo. La canzone interpreta il sentimento condiviso e sempre attuale dell'estate che scivola via, lasciando spazio a ciò che verrà dopo:

Avevo vent’anni e andavo ancora al liceo, ero pluri-ripetente. L’estate che passa coincide con l’idea che anche l’anno stia scivolando via. Mi ricordo che ero sul tram numero 3 a Torino e vidi dei gabbiani, in città. Era proprio la fine dell’estate. Decisi di raccontare quella visione dentro il pezzo, e credo che ancora oggi sia una delle immagini più evocative.

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