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Insultano la compagna di Anastasio convinti che sia la Silvia Romano liberata: “Ridacci i 4 milioni”

Si chiama Silvia Romano, non è la volontaria liberata dopo un anno e mezzo di prigionia in Somalia, ma la compagna e assistente personale del cantante Anastasio. Il suo profilo Instagram, però, è stato preso d’assalto da chi criticava la cooperante italiana, chiedendole di ridare indietro i 4 milioni (sic).
A cura di Redazione Music
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Nel bailamme di entusiasmo e critiche arrivate per la liberazione di Silvia Romano non poteva mancare il momento surreale. A viverlo è stata Silvia Romano, non la coooperante italiana liberata dalla prigionia somala qualche settimana fa, ovviamente, ma un'omonima. Nei giorni scorsi i profili di Silvia Romano, compagna e assistente personale di Anastasio, rapper vincitore di X Factor e tra i protagonisti dell'ultima edizione del Festival di Sanremo, sono stati presi di mira da alcuni commentatori che l'hanno scambiata per la volontaria milanese rapita in Kenya nel novembre del 2018 e liberata il 10 maggio scorso.

La confusione tra le Silvia Romano

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Subito dopo la scarcerazione della volontaria, qualcuno ha cominciato a criticare la scelta di pagare un riscatto per la sua liberazione, ma ha anche cominciato a offendere la ragazza che si è convertita all'Islam e, in un impeto pavloviano, c'è chi non ha trovato di meglio da fare che cercare il nome su Instagram e vomitare insulti e domande sciocche alla prima che capitava. E la prima (o seconda) che i motori di ricerca danno quando si mette "Silvia+Romano+Instagram" è l'account della ragazza che nella bio del profilo ha scritto, molto chiaramente "nella vita cerco di sopravvivere ad @anastasio_quello (malamente)". Insomma, complesso pensare che una donna rapita da un anno e mezzo, tenuta prigioniera in Somalia, potesse tenere vivo il suo profilo e nel frattempo lavorare con un noto cantante italiano.

I commenti al profilo Instagram sbagliato

In più, il profilo della compagna di Anastasio è attivo e sarebbe bastato perdere 10 secondi per rendersi conto che quell'account attivo non poteva in alcun modo appartenere alla volontaria. Eppure, ebbene sì!, c'è chi ha pensato che un post con delle scarpe da ginnastica valesse lo sforzo di essere commentato con degli insulti, chiedendole, ad esempio di restituire i 4 milioni indietro (sic): "Ci ridarai i 4 milioni per riportarti in italia vero?" o "Ma che vergogna! 4mln per tornare indietro incinta, vestita da musulmana e sposata con uno dei rapitori… scandaloso". Sono pochi, ovviamente, rispetto a quelli che hanno commentato per prendere in giro gli indignati, ma dà l'idea di quanto si possa essere ciechi rispetto alla realtà. Ci si può ridere su per un po', ma resta comunque un po' di retrogusto amaro.

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