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In un mondo di hit e playlist abbiamo bisogno della poesia di Vasco Brondi e della sua Chitarra nera

Si chiama “Chitarra nera” la nuova canzone che Vasco Brondi firma a proprio nome e non più come Le luci della centrale elettrica. Un brano che fa parte del suo prossimo album “Passaggio dopo la battaglia” e racconta, con un lungo spoken word, il cambiamento tra meditazione e industria musicale.
A cura di Francesco Raiola
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Vasco Brondi (ph Valentina Sommariva)
Vasco Brondi (ph Valentina Sommariva)

Un lungo spoken word che dà forma a un flusso di coscienza, un lunghissimo poema che attraversa gli anni e gli animi, che attraversa la contemporaneità senza quasi mai nominarla, che si muove tra case circondariali e boschi, riempendosi di trascendenza e meditazione. Senza parole sarebbe musica perfetta per meditare, sì, ma che con le parole riempie quel puzzle che Brondi sta costruendo negli anni, e che in "Terra" aveva assunto una forma canzone che è durata il tempo che doveva durare, ma che ha messo i semi per il passaggio da Le luci della centrale elettrica a Vasco Brondi. Sì, parliamo di "Chitarra nera", la canzone che dà il via a questa nuova vita artistica del cantautore emiliano: "Ma passerà, questa ondata di merda passerà, passerò ore in verticale sulla testa a meditare, a lasciarmi respirare".

Chitarra nera, la nuova vita di Vasco Brondi

Dopo "Terra", ultimo album a nome Le luci della centrale elettrica, c'era attesa per quello che di inedito Vasco Brondi avrebbe presentato con il suo nome. La risposta è arrivata oggi, con "Chitarra nera", un brano che non meraviglia chi segue il cantante, da sempre oltre le aspettative, che non si lascia ingabbiare da quelle aspettative. Questa "Chitarra nera" è un lungo poema in musica che lotta con la metrica, ma che già al secondo ascolto incanta anche per una scelta strumentale che è eterea, perfettamente coerente con l'immagine che abbiamo imparato a conoscere di Vasco Brondi, quello che ci ha raccontato con le sue canzoni, con le sue foto, con l'uso preciso e mai esagerato dei suoi social: "Ho imparato delle cose che ti potrebbero servire, ci sono questi precetti che seguo negli ultimi mesi. Cammino nei boschi, se mi vedi non mi riconosci, ti ho già detto che mi sveglio all'alba e dormo, dormo benissimo, adesso".

Il significato di Chitarra nera

Vasco Brondi (la musica è firmata anche da Federico Dragogna) parla a un tu che non conosciamo, che non rivela, che in fondo non ci interessa e che probabilmente non esiste neanche: dà qualche indizio, ma al centro c'è il racconto di un'amicizia, di due persone che si sono perse nel tempo, probabilmente un espediente per parlare del cambiamento di sé e della contemporaneità. Brondi gli parla, in questa lunghissima lettera racconta quello che erano prima che succedesse qualcosa – che la persona finisse in carcere – e quello che è diventato, il percorso fatto in questi anni, l'avvicinamento alla meditazione, appunto, ma anche il cambiamento di un'industria, quella musicale: "No, non puoi immaginarti, la musica adesso è un'altra cosa. Tutti cercano di sponsorizzarti, musica e alta moda, suoni all'Arena, in una palestra, in una parrocchia o sulla luna. Tutte celebrità. Suoni o fai pubblicità, suoni e fai pubblicità".

Una canzone scritta senza rispettare regole

Il video della canzone è girato da Daniele Vicari e vede protagonista Elio Germano che si muove in questa provincia nebbiosa. Brondi ha presentato così la canzone: "Ho scritto Chitarra nera senza neanche pensare alla forma che dovrebbero avere le canzoni è uscita serena e lancinante, già fatta, senza rispettare nessuna regola musicale o di metrica. L’ho registrata su queste armonie come per liberarmene, con la mia voce normale, senza neanche cantare. Irrimediabile perdita, irrimediabile fiducia. Chitarra nera è come un film a parte dentro questo disco, ma è la prima canzone che ho scritto dopo parecchio che non scrivevo più niente e ci tenevo fosse la prima ad uscire". Quello che resta da dire che è l'album che la conterrà si chiama "Passaggio dopo la battaglia", uscirà il 7 maggio e in copertina ha una foto inedita e bellissima di Luigi Ghirri.

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