Il Volo canta Ennio Morricone: “Coi Maneskin portiamo nel mondo il belcanto e il rock italiano”
Il nuovo progetto del Volo, il gruppo vocale italiano famoso in tutto il mondo, formato da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, è una dedica al compositore Ennio Morricone, uno dei nomi italiani più famosi e apprezzati al mondo, vincitore di due premi Oscar, alla carriera nel 2007 e nel 2016 per la colonna sonora di "The Hateful Eight" di Quentin Tarantino. Il nuovo progetto della band prende spunto proprio dal vastissimo repertorio del maestro, con cui i tre cantanti avevano già collaborato in passato e che questa volta ripropongono in 14 canzoni, accompagnati dall'Orchestra Roma Sinfonietta diretta dal Maestro Rota, e vede la collaborazione di David Garrett in “La Califfa”, Stjepan Hauser dei 2Cellos in “Se”, Chris Botti in “Come Sail Away” e Andrea Griminelli in “Nella fantasia”.
"Abbiamo avuto l'onore di interpretare ‘C'era una volta in America' e ‘Malena' in Piazza del Popolo diretti da lui, quindi c'è stato sicuramente un rapporto particolare" dicono i tre intervistati da Fanpage.it a cui raccontano anche il rapporto speciale con il figlio del Maestro, Andrea che gli ha regalato l'inedito “I colori dell’amore” scritto proprio da lui. La band parla anche del concerto all'Arena di Verona, trasmessa da Canale 5 in prima serata e di come, assieme ai Maneskin siano due facce diverse di come l'Italia può avere successo anche fuori dai confini nazionali.
Il Volo sings Morricone è il vostro ultimo progetto, ci spiegate come nasce?
Questo progetto nasce in una delle tante riunioni che facciamo al telefono e in presenza. Durante il lockdown il nostro rapporto si è fortificato perché paradossalmente la lontananza ci ha resi più vicini. Tra le varie idee e proposte per un nuovo progetto è uscito fuori il nome di Morricone, si è parlato tanto di lui, abbiamo condiviso questa idea con la casa discografica, con il nostro manager e tra di noi e ogni giorno prendeva sempre più forma. A quel punto abbiamo chiamato Andrea Morricone, il figlio, per avere un suo parere e da quel momento c'è stata la totale disponibilità da parte sua e di tutta la famiglia ed è nato il progetto.
Com'è nato il rapporto col Maestro?
Il rapporto col Maestro Morricone è nato qui a Roma, al Forum Music Village, l'abbiamo incontrato per la prima volta nello studio A mentre lui registrava una delle sue tante melodie, perché la maggior parte delle sue melodie sono uscite da qui e questo è anche il motivo per cui abbiamo presentato l'album proprio in questo posto.
Poi ci avete anche lavorato insieme, ci raccontate come è stato?
Abbiamo iniziato la nostra carriera in questi studi registrando il primo disco e nella setlist del primo album c'era un brano di Ennio Morricone. Noi registravamo nello studio B e il Maestro era nello studio A e ogni tanto ci veniva a salutare. Abbiamo avuto l'onore di interpretare "C'era una volta in America" e "Malena" in Piazza del Popolo diretti da lui, quindi c'è stato sicuramente un rapporto particolare, con l'ingenuità di tre bambini che incontrano un genio della musica, sono passati 10 anni e dedicargli un tributo per noi è un onore e una forma di orgoglio.
A proposito di Andrea Morricone, come vi ha aiutato per il progetto? Com'è stato lavorarci?
Andrea ci ha fatto un grande regalo, ci ha dato un suo inedito "I colori dell'amore", è un grandissimo professionista, un uomo di poche parole come il padre, ma sono uomini di fatto ed è stato bello poterlo conoscere e collaborare con lui sia sul disco che a giugno all'Arena di Verona.
Che riscontro state avendo all'estero? Il Volo ed Ennio Morricone sembra una formula perfetta…
Abbiamo avuto un grande riscontro da parte dei media, devo dire che l'interesse è enorme perché il nome Morricone amplifica tutto. Dedicare tanto tempo personale e professionale al Maestro dimostra l'immensa stima che proviamo nei confronti di questo genio.
Dopo questi anni complessi di pandemia che effetto vi fa ripartire a marzo col tour mondiale?
Dopo due anni di stop totale dove non sapevamo quando potessimo ricominciare a fare concerti, ricominciare a vedere un po' di normalità, sapere che a marzo comincia il tour mondiale è qualcosa che ci dà ossigeno, non vediamo l'ora, toccheremo tutte le più grandi città americane, verremo in Europa, in Italia, faremo tantissimi concerti, siamo veramente entusiasti.
Insieme ai Maneskin siete tra i pochi gruppi ad avere un pubblico all'estero, come gestite la pressione?
Bisogna cercare di godersi ogni momento perché queste sono le cose meravigliose e inaspettate che possono accadere nella vita e siamo felici che in qualche modo, in maniera inaspettata e inedita, si possa portare l'Italia nel mondo con un genere musicale diverso. Siamo felici di portare insieme a loro il nome del nostro Paese col belcanto e con il rock.